domenica 27 ottobre 2013
Il sabato l'Unità si vende insieme con un allegato dal nome significativo "Sinistra", però in inglese (Left), secondo la sciocca anglofilia diffusa in ogni ambiente. Da diversi numeri sull'ultima pagina di Left (la quarta di copertina) compare, su uno sfondo giallo oro e in caratteri molto grossi, la parola "Dio", nella quale, però, la D è cancellata da un doppio frego in modo che resti soltanto l'"io". Una scritta in basso spiega: «10 milioni di italiani vivono bene senza D». E un articolo ricorda che «Anche Gramsci [il fondatore dell'Unità] era ateo». Si tratta di una campagna firmata dall'Uaar (Unione Atei Agnostici Razionalisti), per la quale quei dieci milioni (?) sarebbero «discriminati». In che modo? E dove e in che cosa? Se si considera che un ateo non si distingue dai credenti a meno che non esprima le sue idee in materia religiosa, e che grandi personalità atee e persone semplici anch'essa «senza Dio» sono presenti in tutti i campi e in tutte le occasioni della vita, quest'affermazione fa un po' ridere. È preoccupante, invece, quell'esaltazione dell'"io" in voluta forte opposizione a Dio e marcata con grande risalto grafico su uno sfondo tutto giallo-oro. Essa rimanda obbligatoriamente al sempre più proclamato «principio di autodeterminazione», che esclude il Creatore, con il conseguente relativismo e con il logico egotismo di stampo radicale. Quella pagina tutta giallo oro, infatti, stuzzica la memoria. Anche gli antichi Ebrei, nella loro fuga dall'Egitto e credendosi abbandonati da Mosè e da Dio, decisero una volta di applicare il principio di autodeterminazione e si fecero per dio un vitello d'oro. Cancellata quella "D", c'è il rischio che l'"io" esondi dai suoi limiti, si autodetermini e si riduca ad adorare le molte "d" odierne: gli dei sesso, potere, denaro, celebrità, insomma l'odierno oro del mondo. Il rischio che torni il vitello d'oro.PERCHÉNO AD HALLOWEENNon piace a Furio Colombo (Il Fatto Quotidiano, domenica 20) quello che i Vescovi dell'Emilia-Romagna hanno scritto in un documento per mettere in guardia i fedeli dai «movimenti culturali alternativi». Tra questi la Conferenza episcopale regionale ha segnalato anche Halloween, che si festeggia (o si celebra) la notte che precede giorno dei Santi e che «il cristiano non può accettare perché legata strettamente ad atteggiamenti superstiziosi ed è contraria all'autentica vocazione cristiana». Il principale motivo del dissenso è che i Vescovi l'hanno fatto «mentre il 40 per cento dei giovani è senza lavoro». Un motivo, invece, che qualche disoccupato apprezzerà, magari come segno di rispetto e di solidarietà: si fa festa mentre noi soffriamo. Invece Colombo qualifica il giudizio dei Vescovi come «fatuo, provinciale e un po' bugiardo» e lo accosta alla «popolarissima Befana, certo estrapolata dal nordico Halloween». E invece, come sanno tutti meno uno, è un'innocente deformazione dell'Epifania e dei doni dei Magi, mentre Halloween nasce da un antico rito celtico – il "Samain" – una specie di festival della morte per propiziarsi il favore delle divinità pagane, tanto che, nell'834, papa Gregorio IV spostò la festa di Ognissanti dal 13 Maggio all'1 Novembre proprio per sradicare le superstizioni druidiche e le successive celebrazioni sataniche che ne erano derivate.
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