Il dilemma: «civismo» o «rivoluzione»? Meglio le idee di Tolstoj e Thoreau
sabato 24 novembre 2012
Far evolvere la società, o meglio ogni forma di socialità, dal peggio al meglio, senza aspettare l'intervento dello Stato, delle amministrazioni, delle burocrazie: e senza uso della violenza, neppure come mezzo comunicativo, propagandistico, simbolico. Detto in poche parole, un tale programma credo che possa incontrare scarse obiezioni. Ma nella storia della sinistra politica le cose sono andate diversamente, sia nell'area riformista che in quella rivoluzionaria. Tanto i socialdemocratici che i comunisti, le due ramificazioni del marxismo, hanno avuto l'ossessione dello Stato: da occupare secondo i socialdemocratici, da abbattere e ricostruire ex novo secondo i comunisti.Perché questo? Perché l'impresa veniva concepita come compito esclusivo di politici di professione organizzati in partiti. Perciò, partiti contro lo Stato, o partiti dentro lo Stato. Ma fuori dai partiti a quale partecipazione e iniziativa potevano pensare i cittadini? Nella vita sociale quotidiana non c'è niente di buono e utile da fare? Probabilmente sì, solo che la maggioranza dei cittadini e i singoli individui sono alienati politicamente: espropriati delle loro coscienza, immaginazione e volontà pratica.Le iniziative civiche autonome, sono sempre state sottovalutate, se non scoraggiate, dai partiti. In Europa e in America, sulle orme di Tolstoj e Thoreau, c'è stata una sinistra di minoranza che ha scelto di agire secondo valori morali e secondo coscienza individuale. Ma oggi che tutta la sinistra non istituzionale è in crisi di idee, si improvvisano costruzioni equivoche che mettono insieme rivoluzione e pacifismo, Marx, Bakunin e Gandhi, social network e black bloc, indignazione morale e violenza di piazza: gli scontri con la polizia non devono mancare, fanno notizia, se ne parla per mesi o per anni. Il primo abuso terminologico è quando si parla di "rivoluzione" letteralmente o metaforicamente. Si cerca una politica con effetti speciali di tipo catastrofico, a base di shock sociali, eventi esplosivi, blackout sistemici. Ma mettersi a pulire il giardinetto sotto casa, parlare con gli immigratie capire che cosa imparano i nostri bambini, questo no, sarebbe troppo…
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: