martedì 4 novembre 2014
Il Salento è terra di “taranta” (meglio “pizzica”) e a guardare i referti aribtrali del calcio giovanile, quindi dilettantistico, dell'ultima settimana, viene da pensare che i tarantolati si diano appuntamento anche sui campi di gioco. Due direttori di gara, entrambi minorenni (17 anni) dopo le rispettive partite arbitrate sono stati picchiati, e uno di loro, oltre al referto della gara ha presentato anche quello medico, rilasciatogli dall'ospedale di Tricase. Due storie (tre con quella dell'arbitro 16enne aggredito a Calolziocorte – Lecco) assolutamente deplorevoli per la violenza di dirigenti, calciatori in campo, tifosi e genitori sugli spalti, ma per fortuna in entrambe c'è un lieto fine. Nel caso della gara della categoria Giovanissimi, Tricase-Sogliano Cavour che si è disputata domenica, l'arbitro aggredito ha ricevuto le scuse in lacrime da parte di un ragazzino, il figlio dell'aggressore. Un bellissimo gesto che dimostra la maturità di questo adolescente, ma al tempo stesso è paradossale: invece di ricevere l'esempio dall'adulto è il “giovanissimo” in campo a darlo. E Luigi Rosato, l'altro arbitro aggredito e minacciato di morte la settimana scorsa durante Atletico Cavallino-Cutrofiano (campionato di Seconda categoria), passato lo spavento ha scritto una lettera pubblica molto toccante, rivolta prima di tutto ai suoi genitori, ringraziandoli: per l'abbraccio liberatorio del padre che lo ha soccorso negli spogliatoi e per la madre che lo ha sempre sostenuto, nonostante l'abbia visto arbitrare una sola volta. E per fortuna, verrebbe da dire.
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