sabato 6 dicembre 2014
Per Alessandro Gnocchi (”Foglio”, 4/11, p. 7: «Intellettuali e luterani») oggi «la Chiesa, portatrice di una verità universale è impantanata nei bassifondi del mondo» perché «ha abbracciato il mondo invece che combattere per la sua redenzione (e) col Vaticano II ha di fatto adottato per decreto i decreti, i principi e l’agenda di un pensiero avverso». Tutti «impantanati»: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e va da sé, confermato col timbro finale, Francesco! La fonte del tradimento sarebbe Jacques Maritain – si sa che a divulgarlo in Italia fu un certo Giovanni Battista Montini – e scegliendo lui “la Chiesa” non ha più ascoltato “gli intellettuali” cattolici doc, con pen(s)oso e confuso elenco: Bernanos, Maurras (!), Marcel De Corte, Jourbert ecc. Omessa per modestia, ma sottintesa, la citazione di sé e del suo maestro De Mattei, cioè di «quegli intellettuali cattolici che sappiano maneggiare le idee senza manipolarle... in ossequio alla verità e non al potere, compreso quello clericale». Che coraggio! Ovviamente, finale a bersaglio fisso: «in tempo di populismo tanguero» (chiaro il concetto, vero?) questa Chiesa agli “intellettuali” suddetti preferisce i “paggetti” delle “nozze col mondo” che la trascinano in quel “pantano dei bassifondi”, ormai “cortigiani” di una “corte” che “non esiste più”. Bastava? Certo, ma era giovedì e Gnocchi è anche sul “Giornale” (p. 29: «L’uomo del futuro schiavo dei computer? Non è fantascienza»). Lui commenta un’apocalittica previsione di Stephen Hawking: gli uomini asserviti ai computer, ai robot, superiori in tutto. Spaventato, lui? Certo: l’apocalisse ce l’ha incorporata: da quella della Chiesa e quella dell’umanità intera. Insomma: “Umanesimo”, e manco a dirlo Cristianesimo, disintegrati!
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