sabato 22 febbraio 2014
Ifratelli Varès erano sempre in coppia. Anche loro frequentatori, ma più saltuari, della nostra Jasnaja Poljana casereccia. Non saprei dire se quello fosse il nome loro o la località di provenienza, che li indicava con una figura retorica alla buona. Come due poliziotti motociclisti viaggiavano ma a piedi, uno davanti e l'altro dietro, alla distanza come se stessero portando una scala a pioli in spalla. Al di là del bicchiere di vino domenicale, loro erano interessati, da noi, a qualche robinia con cui fare dei manici di badile che vendevano ma anche al grande rubinetto in cortile, al quale si facevano un sommario bagno, per altro molto canterino. Il fratello maggiore, davanti, ogni tanto si fermava e dava un solenne ceffone al minore, come per ricordargli i suoi ignoti doveri; questi accettava senza battere ciglio. Avevano un carretto da trainare a mano col quale facevano piccoli trasporti. D'estate gustavano la "mariettina": una tazza d'acqua fresca, con aceto, zucchero e pane secco in ammollo, una vera leccornia. Un dì litigarono e divisero la loro proprietà: segarono in due il carretto ma per il lungo, così ebbero una ruota ed una stanga, ognuno in parti uguali. La loro condizione non peggiorò molto e, quanto prima, fecero pace fra loro. Erano questi i miei eroi.
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