giovedì 8 dicembre 2005
Ieri su "Liberazione"(p. 9) esortazione ai milanesi: "La città è frantumata dalla paura, bisogna ritessere reti solidali: non si vive senza lottare con gli altri, gli immigrati non sono terroristi"! Parole sante del cardinale, elogiato fin dal titolo: "Tettamanzi: riscoprire la comunità". Però lo stesso pezzo alla fine versa veleno su un altro cardinale che sta "a centocinquanta chilometri più a sud", a Genova. L'ha fatta grossa: "sulle pagine del settimanale diocesano si occupa ancora di fecondazione assistita"! E' così: se un cardinale parla di immigrazione che va assistita va bene - applausi - se però parla di fecondazione assistita, o addirittura di aborto assistitissimo non va più bene: fischi. Certo "relativismo" laico e tiranno si riserva di decidere anche sulla libertà altrui, in particolare su quella della Chiesa, se va bene e se va male. Un cardinale sì, e uno no: è pareggio. Ma quando mai? Stessa "Liberazione", prima pagina, ecco un prete che va sempre bene e col nulla osta del soviet redazionale rimprovera un terzo cardinale, naturalmente dandogli del tu, come si fa tra compagni: "Ruini, perché dici sempre vescovi, e non parli mai di Gesù e Vangelo?" E' vero? Fonte bene informata racconta a Malpelo che il rimbrotto è frutto di una ricerca: su Internet nove mesi, il tempo giusto per dare alla luce qualche novità vera. Messi insieme Ruini, Reggio Emilia, Roma, Gesù e Vangelo, non si è trovato niente. Era venuto fuori un Ruini, vissuto tra Reggio Emilia e Roma e non loquace su Gesù e Vangelo. Ma di nome era Meuccio: fu deputato radicale e senatore a vita. Equivoci di modernità.
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