sabato 20 dicembre 2014
In fondo alla via una serranda abbassata per sempre, prigioniera della ruggine. Nel vicolo, due portici di pietra "murati" vivi, che nessuno può più attraversare. La chiusura progressiva di tante attività artigianali o commerciali al dettaglio ha trasformato tanti centri storici in tristi musei, muti e inaccessibili.Ad Ala, cittadina del Basso Trentino, dall'illustre passato medioevale di gusto barocco e tardo barocco, qualche mese fa un gruppo di privati unito nel consorzio "Ala Insieme" ha voluto lanciare l'innovativa idea di far rivivere i vecchi portoni dei "defunti" esercizi commerciali. Ha bandito un concorso nazionale dal titolo «Come ti faccio rivivere la città», che ha portato numerosi artisti, grafici e illustratori di tutt'Italia a proporre bozzetti per decorare l'esterno degli antichi portoni rimasti orfani delle attività artigianali.Risultato? «Ottimi lavori», ha decretato la giuria a proposito dei progetti selezionati e poi eseguiti, a punteggiare Ala di opere d'arte moderne incorniciate dalle pietre del passato. Premiate non tanto per l'amarcord, ma per la capacità di rivitalizzare questi angoli storici, col consenso dei proprietari. Da oggi, giudicherà il pubblico dei passanti e dei visitatori sulle strade della "città di velluto" (nota un tempo per i suoi commerci di stoffe) e oggi primo esempio italiano di lifting urbano, coordinato dalle menti dell'Impact Hub di Rovereto. Facile immaginare che altre città prendano ispirazione da questo colpo d'Ala.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI