domenica 29 dicembre 2002
Le settimane di Natale e Capodanno inducono i quotidiani alla riflessione, talvolta, senza frutti. La Repubblica lascia scrivere a Umberto Galimberti (martedì 24) che «il Natale è già ateo [...] Di cristiano è rimasto solo il rito che si ripete». L"Unità si domanda (martedì 24) che «cosa si nasconde dietro il rito dei negali natalizi». Il Manifesto dà sfogo (domenica 22 e martedì 24) ai pensieri di Rossana Rossanda («Un Natale da pensare»), che rilancia screditate ipotesi su Gesù e su sua Madre, e a due lunghe «Deviazioni sul tema Natale», che meritano tutto il loro titolo. Infine il Corriere della sera (venerdì 27) offre al filosofo Emanuele Severino l"occasione di spiegare «perché non possiamo non dirci post-cristiani».Mi aveva incuriosito questa vena di crocianismo in Severino. La debolezza dell"odierno pensiero laico " egli scrive " «facilita, per ora», il «successo» della Chiesa, secondo la quale «lo Stato può essere vero Stato solo se è guidato dalla verità cristiana». Dunque «lo Stato ha il dovere di essere Stato cristiano». Severino attribuisce al Papa queste due ultime frasi, che a me (in mancanza di una citazione) paiono piuttosto tratte da una non infallibile memoria. Ne conseguirebbe «una oggettiva omogeneità tra questa concezione della Chiesa e le forme teocratico-integralistiche delle diverse religioni mondiali»; e che «quando nelle società viene trasgredito un tratto qualsiasi del messaggio cristiano, il vero stato, secondo la Chiesa, deve mettere in moto il proprio apparato repressivo».Ma dove Severino avrà mai trovato questi argomenti? Eppure, in modo impegnativo, aveva cominciato con «l"unica verità assoluta» e «indiscutibile» «affermata dal pensiero dell"Occidente», vale a dire «che l"esistenza del divenire implica necessariamente l"inesistenza di ogni Dio eterno».Anche i "laici", come si vede, hanno i loro dogmi e il nostro filosofo, troppo fiducioso in essi, non si è accorto che, accusando di debolezza il pensiero laico, ha lanciato soltanto un boomerang.
NIENTE AUGURIIl Capodanno apre sempre prospettive nuove. Nel suo inserto mensile Fuoriluogo (venerdì 27),  il Manifesto raccoglie quelle del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo cui bisogna dare un «futuro al diritto» e " sembra " aprire la strada all"individualismo radicale con un «sindacato della persona». Il guaio è che quel diritto si riferisce ai cosiddetti "diritti civili", tra cui, oltre ad aborto, eutanasia fecondazione artificiale e altro, è anche " in questo caso specifico " «il diritto alla depenalizzazione dell"uso personale di droga». Fuoriluogo insegna anche un rischioso test-fai-da-te («Pasticche trasparenti») per analizzare le compresse di ecstasy e definisce «pregiudizi» l"allarme del British Medical Journal sull"uso della canapa indiana (che causa schizofrenia e depressione).Non capisco di quale futuro si tratti. E, dunque, niente auguri.
UMANI ANIMALIRicordate, domenica scorsa, l"appello per trasporti «più umani» per gli animali da macello? Puntuale è giunta la replica dei trasportatori (Il Giornale, martedì 24): «Le condizioni del trasporto risultano oggi indubbiamente migliori di quelle delle persone che usano il trasporto pubblico in alcune grandi città».
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