venerdì 22 maggio 2015
Li chiamano «i postini del Papa». Ma in effetti è una definizione un po' riduttiva. Una sessantina tra portalettere e impiegati che dalla sede centrale e dalle succursali nella Città del Vaticano (più un ufficio mobile in piazza San Pietro) smistano missive e pacchi destinati a cardinali e capi dicasteri pontifici, spediscono la riservatissima corrispondenza diplomatica della Segreteria di Stato, recapitano agli uffici del Pontefice centinaia di migliaia di lettere con le richieste più varie. E a capo della «macchina», alcuni religiosi della Congregazione di don Orione, che dal 1940 sovrintendono prima alla centrale telefonica e poi alle Poste, servizi nati nel 1929, agli albori dello Stato della Città del Vaticano.E proprio nei giorni scorsi, in occasione del 75esimo anniversario della presenza orionina in Vaticano, i dipendenti, insieme con il direttore del servizio, don Attilio Riva, hanno annunciato che si metteranno sul solco di Francesco. Se il Papa dimostra con i suoi gesti concreti che la priorità va data ai poveri, ecco che loro hanno deciso di regalare un'ora del loro stipendio all'Elemosineria apostolica, da destinare a iniziative a favore dei senza tetto.Dopo le docce e la barberia sotto il Colonnato di San Pietro, dopo la visita ai Musei Vaticani e, infine, le poltrone in prima fila al concerto nell'Aula Paolo VI, ora i poveri potranno godere se non di francobolli o spedizioni gratuite, almeno dell'amore e della solidarietà dei «postini del Papa».
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