sabato 12 febbraio 2022
Infoibati ed esuli istriani senza pace, quest'anno come ogni anno negli ultimi 18 anni è arrivato il 10 febbraio, Giorno del Ricordo. Strumentalizzati per infimi calcoli ideologici e partitici, in un miserabile mercato dei morti, che comincia come sempre dai numeri: quattromila, ventimila... chi offre di più o di meno? Gli stessi storici, più o meno accreditati e più o meno storici, si tuffano giulivi nella mischia, a cominciare dal convegno organizzato dal rettore dell'Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, storico sì ma dell'arte, di cui riferisce il “Corriere” (10/2), con il commento amaro (titolo: «Quando all'analisi storica si preferisce un'esibizione provocatoria») di Aldo Grasso: «Più che una riflessione è un'ossessione, più che un'analisi è un'esibizione, più che storiografia è mitomania». Mattia Feltri sulla “Stampa” (102) le definisce «dispute da diporto». Il titolo è un invito: «Un po' di silenzio». A rincarare la dose si aggiunge una sciagurata circolare ministeriale, stigmatizzata dallo stesso ministro dell'Istruzione: «Foibe, polemiche per il paragone con la Shoah» (titolo in prima pagina sulla “Repubblica”, 11/2). Storici mobilitati, a cominciare da Giovanni De Luna sulla “Stampa” (11/2, titolo: «Foibe, la storia in pezzi»). Il tema è complesso, la vicenda ricca di sfaccettature: morti perché italiani? Perché non comunisti (insieme a sloveni e croati)? Morti perché collusi con il fascismo? Per pulizia etnica o pulizia ideologica? Significativo che a dedicare maggiore spazio alla vicenda (11/2) siano i quotidiani di destra, con le intere pagine 2 e 3 per “Giornale” e “Libero”, mentre sul “Fatto” troviamo una mezza pagina 17. “Libero” accusa direttamente il Presidente: «Se neanche Mattarella riesce a pronunciare la parola “comunisti”»; il “Giornale” con Fausto Biloslavo ripropone un vecchio refrain: «Ora revochiamo l'onorificenza al macellaio Tito» e sottolinea: «Gli storici non cadono nella trappola rossa». Se ne riparla tra un anno esatto, statene pur certi. Per leggere e ricordare per davvero, (ri)comprate “Avvenire” .
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