martedì 27 marzo 2012
Giornalismo perlomeno singolare, persino strampalato. Domenica il Papa è in Messico e "Repubblica" dedica al fatto l'intera p. 17 – «Arriva il Papa, la tregua dei narcos» – ma più di metà dello spazio è – così nel titolo – per «Quel bastone, segno di sofferenza»: cinque colonne e due grosse foto. Il Papa cammina con un bastone? E giù 120 righe tra commenti e confronti con il Giovanni Paolo II degli ultimi mesi… Ma il Papa in Messico parla al popolo dei fedeli e dei pellegrini, centinaia di migliaia? 4 righe e mezza! È l'informazione! Ieri, poi, ancora peggio: su tutto a p. 17 una decina di righe con piccola foto. Esattamente la misura data, ma a p. 4, a «Le spigole di Emiliano (che) fanno litigare la destra». Del resto già sabato, sempre lì, a p. 1 c'era questo grande titolo per l'inviato Flores d'Arcais: «La Cuba dei ricchi aspetta il Papa». «Dei ricchi»? Oggi guardando la tv forse scopriremo che Cuba è un Paese con milioni di ricchi, tutti per strada ad aspettare il Papa… Loro a "Repubblica" sanno tutto in anticipo, e riconoscono tutti al volo: infatti all'inviato basta uno sguardo per segnalare «un trentenne con l'aria da seminarista» in attesa. «Ricco»? Forse ricchissimo… Certi colleghi la sanno lunga su tutto, anche senza informarsi, e così Gianni Perrelli ("Espresso" in edicola, pp. 80-83) scrive che la visita del Papa è «evento significativo per la comunità dei cattolici (il 30 per cento degli 11, 5 milioni di cubani)». Eppure tutte le statistiche, di Chiesa e di agenzie laiche, dicono che i cattolici sono 6.766.000, cioè «il 60% della popolazione». Spiegazione? Chiarissima: il titolo del lungo pezzo di Perrelli è «la mezza primavera di Cuba». «Mezza» la primavera? E loro dimezzano anche le cifre: a Cuba mezza Chiesa cattolica! Elementare? No! Giornalismo ancora da asilo.
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