mercoledì 29 luglio 2009
Lunedì "L'Unità" (pp. 30-31) : "Rispetto per chi si lascia morire". Titolo per l'ampio intervento di Maurizio Mori, tra i principali teorici nostrani dell'etica detta "laica" perché non solo dà giudizi diversi, ma vuole leggi sempre opposte all'etica detta "cattolica". Ma così l'aggettivo "laica" è concessione indebita. Infatti un'etica "laica" non fa alcun problema, che invece si crea se chi legittimamente ha un'etica personale diversa da quella cattolica vuole che la legge civile valida per tutti consacri nei codici solo la sua visione, respingendo sempre quella cattolica. "Rispetto"? Il titolo suona seduttivo, ma "rispettare" qualcuno vuol dire guardarlo con stima, e presentare il rispetto univocamente come "lasciar morire" o aiutare a morire, nel cosiddetto "suicidio assistito", è una truffa. Vedo uno che sta per buttarsi dal quinto piano: posso provare a fermarlo, o gli debbo chiedere per "rispetto" se lo fa convintamente, se permette che lo aiuti a ripensarci o addirittura se gradisce una spinta? Così il problema non è risolto, ma scavalcato, come lo sarebbe anche con l'accanimento terapeutico che sempre e comunque, senza eccezione alcuna, in casi di malattia terminale e senza speranza vuole impedire alla natura di fare il suo corso, e pretende di punire con sanzioni penali chi, con autorevolezza di incarico e competenza, consentisse ad essa di farlo"E allora? Le formule che identificano "il rispetto" in una sola direzione, prima etica e poi giuridica, non fanno cultura né creano una coscienza civile: i loro giochi di parole vogliono imporre a tutti un indebito monopolio.
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