martedì 13 maggio 2014
Tra fatti e “Fatto”. Sabato dal Papa 300mila ragazzi dalle “scuole pubbliche” italiane che dal 2000, per laica legge del Parlamento italiano sono sia “statali” che “paritarie”, ma domenica “Il Fatto”, che di scuola si occupa spesso ignorando quella legge, confina tutto in 16 righe a p. 10. Ma Francesco nel suo discorso ha citato Yuri Chechi – «Una sconfitta pulita vale più di una vittoria sporca» – e questo sempre sul “Fatto” finisce in apertura di prima pagina, lassù in alto, come detto – testuale – pensando «ai nostri politici». È la stampa! Ma ci si mette anche la Radio. Per carità di patria cito il peccato tacendo i peccatori. Hanno chiesto a un Roncalli, pronipote di Papa Giovanni, i suoi ricordi circa «suo nonno». Proprio così: «Nonno»! Stessa radio: il Papa è definito «successore di Cristo». Sarebbe un cambiamento grosso, vero? Cose “umane”, umanissime: se capitano per distrazione, o per manifesta impreparazione, il rimedio è attenzione e informazione previa. Quando invece capitano per vero pregiudizio – è il caso del “Fatto”, ove informazione e attenzione non mancano certo – allora si tratta di “misfatti”: duri a morire e per niente “umani”.
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