venerdì 18 aprile 2014
Un segnale, di speranza. Per la prima volta da quasi 60 anni, oggi una chiesa greco-ortodossa nella parte Nord di Cipro, sotto occupazione militare turca, riaprirà i battenti per la celebrazione della Messa del Venerdì Santo, primo disgelo nei rapporti tra le due comunità residenti di quest'isola mediterranea: i greco-ciprioti e i turco-ciprioti. “Vietata” ai greco-ciprioti per 58 anni, la chiesa di San Giorgio Exorinos, nella città medievale di Famagosta (dove si consumò nel 1571 il sanguinoso assedio ottomano alla colonia veneziana, con l'eroica resistenza cristiana), ospiterà la liturgia greco-ortodossa. Alexis Galanos, sindaco «in esilio» della città costiera, spera che l'evento sia «precursore di pace duratura». «Vogliamo dare un messaggio di riconciliazione e di cooperazione fra ciprioti greci e turchi in tutta l'isola e in particolare per una Famagosta riunificata», ha detto Galanos insieme con la controparte turco-cipriota Oktay Kayalp.La chiesa di San Giorgio Exorinos venne chiusa prima del 1960, anno in cui Cipro ottenne l'indipendenza dalla Gran Bretagna, dopo scontri tra greco-ciprioti e turco-ciprioti. Ad aggravare l'isolamento vennero i gravi incidenti scoppiati fra le due comunità alla fine del 1963, che provocarono il dispiegamento a Cipro di una forza di pace dell'Onu (Unficyp) ancora presente sull'isola. Circa 45.000 greco-ciprioti residenti di Famagosta fuggirono dalla città davanti all'avanzare delle truppe turche nel 1974, quando Ankara invase il Nord dell'isola. Da allora i negoziati sono sempre falliti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI