martedì 31 dicembre 2019
Fine d'anno: auguri e qualche “botto” in pagina. In un comunicato Rai che ricorda la storica visita di Giovanni Paolo II al Tempio ebraico di Roma (13 aprile 1986) qualcuno, nome e cognome illustre, dichiarerebbe (il condizionale è mio) di aver «visto lì cambiamenti: da un momento all'altro loro si sono convinti che siamo tutti figli dell'unico Dio»! Parrebbe un botto, ma incredibile. Pensare, e dire che fino a quel momento “loro”, gli ebrei come tali fossero convinti di essere gli unici “figli” di Dio Creatore mi pare un'offesa verso la verità, e anche verso il buon senso. Botto mancato, con infortunio probabile. Ma nel genere c'è altro. Sempre ieri (“Gazzetta del Mezzogiorno”, p. 16): «I biblisti riscrivono la storia», leggo Gianni Toffali: «Colpo di scena: Sodoma non fu distrutta da Dio per i peccati contro natura dei suoi abitanti, ma per mancanza di ospitalità»! Per l'autore questa «spacconata natalizia», che parrebbe «uscita da un seminarista somaro in teologia e in vena di scherzi» non lo è perché così ha «solennemente sentenziato il 16 dicembre la Pontificia Commissione Biblica». Pontificia? E di qui il passo è breve e cambia bersaglio: «…Da Santa Marta nessun commento. E come si suol dire chi tace acconsente». A parte l'ultima malignità, il firmatario non è “un seminarista”, ma resta “somaro in teologia” e non sa che da almeno cinquant'anni in tutti i dizionari biblici, cattolici e protestanti, la mancanza di ospitalità è riconosciuta come colpa di Sodoma. Dunque altro botto mancato: nel primo si evocava a sproposito Giovanni Paolo II e si offendevano gli Ebrei, in questo la malignità è attribuita direttamente a Santa Marta, ove per il superficiale polemista imperano «i nouveaux théologiens dell'era bergogliana». Botti mancati, con danni a chi gioca col fuoco. Auguri di buona fine per tutti e per qualche collega buon inizio di giornalismo informato e corretto.
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