sabato 15 febbraio 2014
​   Una preghiera per l’Europa. Chi sa pregare, chi ha fatto della propria vita un’offerta, chi ha visto le guerre, chi nel silenzio si rivolge al cielo, chi ha sofferto le mutilazioni della società e della pace oggi ha un nuovo motivo di preghiera. Ma anche chi non crede in un dio, ma nella forza dell’umanità, chi ama la terra, la natura, l’arte, la poesia, l’amore; scriva, dipinga, canti, suoni e grida per la salvezza di questa nostra patria Europa prima che si sfaldi e muoia nell’indifferenza e nel silenzio dei più. Oggi sembra sperduta e incerta, quasi sopportata con dispetto, avvilita da ingiurie, abbandonata dalla volontà di proseguire nel suo cammino. Insidie, ribellioni, interessi personali ed egoismi nazionali hanno lentamente sostituito speranze, volontà, amicizie e collaborazioni in un nuovo vento di discordie, ognuno dei quali con il suo motivo particolare, può scuotere alla base le ragioni prime di una unità per il progresso e per la pace. Un rumore infido come di tempesta si sente arrivare da lontano nelle Fiandre, nella Svizzera, la Catalogna, la Scozia, i baschi ed ultima l’Ucraina. È qualcosa che scompiglia, con le proprie rivalse che potrebbero cambiarsi in violenza, la debolezza degli altri paesi. Siamo come in una grande galleria dove darci la mano è sempre più urgente perché sullo sfondo non c’è che il fuoco di una guerra con armi nuove. E alle porte di questa Europa debole e incerta nelle sue decisioni si alzano le discordie della Turchia, i morti della Siria e le onde di questo Mediterraneo senza pace che si sentono battere contro la riva quando una notte si dorme lungo il mare.Schuman, quando andai a chiedergli un ricordo di mio padre, ascoltava sorridendo, socchiudendo gli occhi e abbassando un po’ la testa. Un uomo mite, ma di una profonda forza interiore: egli aveva aperto il cammino alla nuova concezione di un mondo senza divisioni, dove si cercava non ciò che distingue, ma ciò che unisce. Lo storico inglese Toynbee al quale avevo rivolto la stessa richiesta ebbe la cortesia di scrivermi di un singolare incontro avvenuto al Campidoglio assieme a mio padre e Schuman: «Affacciati al balcone che si apre sul foro romano e alla vista dei Castelli questi due grandi pionieri e promotori dell’ideale dell’Europa unita, mi stavano raccontando alcune esperienze che avevano condiviso, esperienze che li avevano aiutati a superare i confini nazionali per pensare e sentire in termini più ampi. Io mi ero già reso conto che De Gasperi, Schuman e anche Adenauer avevano dei punti in comune nella loro religione. I cattolici non possono essere solamente coscienti dell’importanza della propria nazione... ed essi come cattolici, sapevano come conciliare una fedeltà minore con una maggiore... aprire il loro cuore ed abbracciare tutta l’Europa». Questa Europa che oggi ha bisogno della fiducia e della preghiera di tutti.
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