mercoledì 2 luglio 2014
Saranno i giovani della periferia di Napoli ad interpretare I mille pagliacci di Eduardo, lo spettacolo che il Teatro di San Carlo inscena a Vigliena, nella ex Cirio trasformata in laboratorio di cultura e di arte. Una fabbrica dismessa come l'identità post industriale di San Giovanni a Teduccio, entrambi fatti rivivere per recuperare luoghi e cuori tramite, sottolinea Carlo Morelli, «la funzione sociale e cognitiva della musica». La passione e la voglia di riscatto dei ragazzi, spiega il direttore artistico del Massimo, Vincenzo De Vivo, «ci fa capire che siamo "figli" di Eduardo-Filomena, di una Napoli che con le forze dei giovani può ridiventare riferimento culturale». La performance, in scena dall'8 all'11 luglio ore 19,30, vedrà i due cori amatoriali dei Sancarlini, diretti da Stefania Rinaldi e Carlo Morelli, con la partecipazione di attori non professionisti della periferia est che hanno partecipato al laboratorio teatrale coordinato da Mariano Bauduin, regista dello spettacolo dedicato a Eduardo De Filippo a 30 anni dalla scomparsa. Un tempo che non è mancanza bensì continuità ed evoluzione. «Costruirò attorno al poemetto di Vincenzo De Pretore una cantata/oratorio – annota Bauduin – dove gli elementi narrativi saranno suggeriti dai versi di Eduardo. Indago Eduardo e i suoi mille e uno mascheramenti, soprattutto linguistici. Racconto così i borderline di cui Eduardo si occupava: i ragazzi del Filangieri, di Nisida, i tre figli di Filumena e lo stesso Vincenzo De Pretore».
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