venerdì 24 ottobre 2008
Un paio di episodi per spiegare - se non per giustificare - certi clamorosi ingaggi spuntati da alcuni allenatori famosi. Mi riferisco a Josè Mourinho e Fabio Capello, oggi forse i migliori panchinari del mondo. Josè lo Specialone ha pienamente recuperato Adriano, tornato ai livelli che gli meritarono il titolo di Imperatore: ultimo tocco di bravura del brasiliano pentito, il gol da tre punti segnato all'Anorthosis in Champions League. Don Fabio, ormai "Fab" come Fabolous, è invece il restauratore del mito calcistico oggi più caro agli inglesi, David Beckham: credo che il clamoroso ingaggio deciso dal Milan sia conseguenza del diktat imposto a David dal ct della nazionale inglese che non solo gli ha restituito la gioia e l'orgoglio d'indossare la maglia dei leoni ma lo ha anche ammonito: «O ti alleni a dovere o non ti convoco più». E siccome il Galaxy di Los Angeles, in cui gioca David, riposa fino a primavera, ecco il comprensibile "affare" di Galliani che se lo porta a casa per qualche mese, per usarlo in quella squadra All Stars (potremmo anche dire Milan Globtrotters) magari con risultati migliori di quelli offerti dal dolcevitiero Ronaldo, che peraltro Capello sconsigliò di ingaggiare. La resurrezione di Beckham, davvero il più amato dagli inglesi, risale proprio alla stagione madridista in cui don Fabio impose ai "blancos", secondo suo costume, una disciplina ferrea: finendo per perdere Ronaldo, ormai travolto da passioni poco calcistiche, ma recuperando David, tornato alla vita professionale nonostante la bella moglie Victoria, ex Spice Girls, preferisse vivere nel jet set internazionale. La singolarità del "caso Beckham" sta anche nel fatto che i pettegoli giornali inglesi nella vicenda hanno praticamente dimenticato l'effervescente moglie, felici di avere riconquistato il loro mitico prestipedatore. Anche Victoria, dunque, ridimensionata e afflitta da Capello? Non direi: visto il costoso trend di vita di "Lady Shopping", i soldi di Berlusconi arrivano graditissimi. Insieme a quelli di Giorgio Armani che ha scelto David per una grande campagna pubblicitaria. Tornando a Mourinho, a qualcuno è parsa banale la sua ricetta molto herreriana definibile "Lavoro e Disciplina". Forse perché molti ormai amano il Calcio Barnum, come lo definii una ventina d'anni fa e come Rio Ferdinand, nazionale inglese, ha ribattezzato la squadra della regina prima dell'avvento di Capello: un circo. In realtà, chi ama davvero il calcio, chi conosce il vero significato della parola "campione", ovvero mix di qualità tecniche e morali, alla Baggio insomma, apprezza gli sforzi di chi vuole riportare in auge i valori professionali del gioco più bello del mondo: così Ballardini, Reja, Zenga. E Mourinho, dunque: che nega all'Adriano ritardatario la trasferta a Roma e lo manda in campo, a punizione consumata, per battere l'Anorthosis. Come dicevo all'inizio, gli euromilioni - forse troppi, d'accordo - si guadagnano anche così: recuperando pedatori costosissimi alla gloria degli stadi e ai bilanci dei club.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI