martedì 2 ottobre 2018
«La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione, per la forza della testimonianza»: così domenica papa Francesco all'Angelus cita papa Benedetto che ricordava lo stile essenziale della missione dei discepoli, quelli che “seguono le tracce” (akolouthéo) dei veri passi di Gesù, anche quando sono dolorose e insanguinate; e lo sono sempre, come sempre anche cariche d'amore e di speranza! Dunque ancora una volta “No” al proselitismo, “autoreferenzialità”, pretesa di proporre se stessi come modello unico mettendo in ombra Lui, Maestro e Signore. Francesco e Benedetto dunque con accento uguale: chi fa proselitismo cerca seguaci pronti agli ordini esclusivi ed escludenti per garantirsi carriera e successo: Francesco li chiama «arrampicatori». Sono quelli che dicono «Guai a voi se io non vi annuncio salvezza!» La Parola dice invece «Guai a me se non vi annuncio il Vangelo!» Ecco perché – così Francesco (7/7/2013) che sintetizza duemila anni di fede e santità – «La missione si fa in ginocchio»! Il dovere dell'uomo di azione nella Chiesa di Gesù comincia dalla “contemplazione”! Ci sarebbe da approfondire, salvo prenderla sul serio e guardare a Lui e ai veri Santi. E c'è altro: scrivo nel giorno della memoria liturgica di Teresa di Lisieux, e lei ha fatto suo questo pensiero dominante: apostolato “per attrazione”! Nel Manoscritto C, che comincia con la descrizione drammatica dell'abbassamento nelle “tenebre” della sua “notte della fede” compartecipe del Getsemani di Gesù stesso, giunge poi all'invocazione della luce e della vera grandezza con il richiamo delle parole della Sposa nel Cantico dei Cantici (1,4): “Attirami! Noi correremo all'effluvio dei tuoi profumi!” Dall'“io” povero e limitato al “noi” moltiplicato dalla missione di salvezza e di amore redentore: lezione di due Papi, e lezione di Vangelo!
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