venerdì 7 maggio 2010
Si dice: fallo di frustrazione. Chi lo compie, dunque, è frustrato. Come dire: reagisce da uomo inappagato. Ve lo presento, l'inappagato: Francesco Totti. Il campione indiscusso, popolare, simpatico, telegenico, marito e papà da spot; e all'improvviso invece teppistello da sputo e da pedata. Dottor Totty e Mister Hyde. Lo conosco bene e lo so generoso, amabile - oltrechè divin pedatore - e all'improvviso lo vedo iracondo, annebbiato, violento, soprattutto quand'è nella "sua" arena, davanti al "suo" popolo. E nel momento in cui gli si trovano mille giustificazioni per le ripetute sciagurate gesta dell'altra sera (pedate a Balotelli durante la finale di Coppa Italia con l'Inter) mi chiedo quali licenze di offendere, colpire e ferire dovremmo dare ai pedatori rustici davvero inappagati - anche malpagati -: quelli che trascorrono gran parte della loro vita in panchina, quelli che a ogni fine stagione si chiedono dove saranno il prossimo campionato, quelli che non hanno mai rilasciato un autografo nè mai partecipato a uno spot televisivo. Quelli che il calcio lo sognavano diverso e visto com'è - spesso stupido, maleducato, talvolta anche feroce - ci stanno dentro male e se ne vogliono andare. Insieme a tanta gente che abbandona gli stadi trasformati in arene violente. Mentre la Spagna non violenta medita di fermare le corride, noi permettiamo che l'espressione beota del tifo degenerato - e dei suoi ispiratori - continui a esser rappresentata. Lì si parla di tori, qui di asini. Se abbiamo condannato la zuccata di Zidane a Materazzi - e l'abbiamo anzi elevata a prova definitiva della nostra superiorità mondiale a Berlino 2006 - non possiamo non condannare le pedate di Totti (addirittura insopportabile la "pedatina" finale a Balotelli, quella in testa, piena di disprezzo e di qualcos'altro che non voglio dir qui) ma anzi ricordare che Zizou prima non volle parlarne perchè confuso, per poi dirsi davvero pentito di quel gesto vergognoso; mentre dalle cronache sportive (sportive?) apprendiamo che quel momento, quei calci, quei gesti, Totti li aspettava da mesi, e li ha offerti al suo pubblico, al mondo intero, come una liberazione. Lo sputo a Poulsen fu più volgare, ma istintivo. Non so quale punizione possa suggerire - per quest'ultimo gesto - un Arbitro Tremarella come quello dell'altra sera: spero che ci pensi il giudice, andando eventualmente oltre il referto. So invece chi può davvero chiudere la pratica-Totti: Marcello Lippi. Lasciandolo a casa. Insieme a Balotelli, che il calcio se l'è preso ma non è frustrato. (Oggi, a Pesaro, partecipero' a un convegno a margine del Torneo "Filippo Raciti" organizzato dalle Acli e dalle Questure di Palermo, Pesaro e Urbino; ci sarà anche la vedova del poliziotto ucciso dai tifosi a Catania e non saprò una volta di più cosa dirle che non sembri una presa in giro... Rischiamo di diventare professionisti dell'antiviolenza, che esistono grazie alla violenza. Amen).
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