martedì 10 marzo 2015
Festa! Domenica Francesco saluta tutte le donne… Eppure questa la prima parola del Risorto a Maria: «Donna, perché piangi?». Pianto antico: “festa”, sì, dopo lutti di secoli. Stesso giorno, per me un incontro su Teresa di Lisieux (1873-1897) donna, santa, dottore della Chiesa e “maestra dei teologi”. C'entra con la festa delle donne? Sì! Qui (1/3/2008, p. 25) «Il femminismo? Nasce a Lisieux»: Paola Ricci Sindoni ricordava che nel 1887, in Italia, Teresa protestava per le donne discriminate “anche” nella Chiesa. Sabato lo psicanalista Thanatòpulos sul “Manifesto” (p. 14: «Donna o madre?»): «Non si è compiutamente donne se non si desidera essere madri (non necessariamente facendo figli), ma più radicalmente non si può essere madri senza essere donne complete». Leggo e torno a Teresa che nel 1896 si descrive così: «Sposa e madre, sposa di Cristo e madre delle anime». «Madre»? Sì: a fine luglio 1887, prima di quel viaggio in Italia, aveva già sperimentato la sua speciale vera “maternità”, ottenendo dallo «sposo» Gesù il segno della «conversione», e proprio di un triplice “femminicida” fino allora impenitente, Luigi Pranzini che già sotto la ghigliottina chiede di baciare il Crocifisso. E lei lo sente come «il mio primo figlio», e il segno che proprio Gesù la vuole sua «sposa» al Carmelo. Lotterà ancora quasi un anno per ottenere l'ingresso in convento a 15 anni, arrivando fino a Roma e abbracciando le ginocchia di Leone XIII! Donna, sposa, madre, santa e dottore dei teologi! Francesco la ricorda spesso sorella, amica, maestra, carmelitana figlia di Teresa d'Avila, anch'essa ciclone di «donna, sposa e madre» ma per il nunzio apostolico a Madrid «femmina inquieta e vagabonda che va seminando lo scompiglio in tutti i conventi di Spagna». Spazio alle donne, ovunque: festa per tutti!
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