Doc: i fatti cancellano la nostalgia per il Duce
venerdì 18 novembre 2022
Ci sono dei luoghi comuni duri a morire. Alcuni innocui, altri pericolosi. Tra questi ultimi l’idea che Mussolini abbia fatto anche cose buone. Niente di più falso, pur non negando che il Duce fosse tutt’altro che uno sprovveduto. L’idea delle cose buone è frutto della propaganda del regime che fu e di attuali false notizie, come racconta in modo esemplare il documentario di Pietro Suber, scritto con Luca Cambi e la regia di Simona Risi, intitolato appunto Mussolini ha fatto anche cose buone? Propaganda di ieri e fake news di oggi, andato in onda nei giorni scorsi su Sky Documentaries e ora disponibile on demand. Punto di partenza è la «fabbrica del consenso», l’apparato di propaganda attraverso radio, fotografia e cinema ideato da Mussolini e dai suoi collaboratori. Dopo di che vengono smontate le mistificazioni prodotte da quella stessa propaganda: dalle bonifiche alla previdenza sociale, alle case popolari. Le bonifiche erano iniziate ben prima e le poche di Mussolini furono fatte sulla pelle dei migranti italiani del nord-est. L’avvio del sistema pensionistico risale a fine Ottocento. Mussolini in realtà svuotò le casse dello Stato. Il «Duce costruttore» ha prodotto le borgate con la deportazione verso le periferie di migliaia di famiglie. Il tutto documentato da storici e testimoni






















diretti scovati attraverso una ricerca meticolosa che ha portato ai familiari di chi dal Veneto emigrò in Sardegna o nell’Agro Pontino con promesse mai mantenute, ai nipoti di chi al posto di una casa ebbe una baracca, ma anche ai congiunti di importanti esponenti del fascismo. Insomma, raccontare i fatti, come dice in conclusione Gioele Dix a cui è affidata la narrazione, è il modo migliore per proteggerci dalle nostalgie del fascismo, che può sempre tornare sotto forma di deriva autoritaria. © riproduzione riservata
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