giovedì 15 maggio 2014
Ieri pomeriggio, mentre seguivo (su Rai3) la rubrica di scienze che nel titolo scritto al rovescio (odranoeL) imita la scrittura del grande Leonardo da Vinci, mi sono ricordato che domenica (“Corsera”, 12/5, p. 25) per dire che la «misericordia» non è mai troppa Francesco ha ricordato parole di san Leopoldo Mandic, la cui festa ricorreva il giorno dopo: «Signore, perdonami se ho perdonato troppo. Ma sei tu che mi hai dato il cattivo esempio!». Un caso? Anche san Leopoldo faceva cose al rovescio. Un giorno arrivò da lui uno che da decenni non si confessava e si mise seduto: san Leopoldo lo confessò mettendosi in ginocchio al posto suo. Rovesciare certe cose anche noi, come Leonardo e Leopoldo? Ancora Francesco: sempre domenica, giorno del “Buon Pastore”, al “Regina Coeli” ha ricordato alle «pecore» non solo e neppure soprattutto come dev'essere un «buon Pastore», ma rovesciando l'usanza ha insistito su cosa debbono essere loro, le «pecore», per i «pastori»: stimolandoli, «disturbandoli», dando fastidio e costringendoli al «buon» servizio pastorale. Novità? No! 19 marzo 2013. Già nel suo primo giorno da Papa, Francesco rovesciando quasi 10 secoli cambiò il nome del Patriarca Bartolomeo: «Il mio fratello Andrea!» Anche un metodo, forse.
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