martedì 27 aprile 2004
Ciucci, in pagina. Sabato su "Repubblica" il lettore Pietro Ciucci è arrabbiato per i costi del Ponte sullo Stretto di Messina. Ha ragione. E proprio lì sopra Antonio Russo, "Ordinario Storia della Fisica all'Università di Palermo", è arrabbiato perché la Scuola italiana "ha cancellato Darwin" e "la visione scientifica" che, spiega, "naturalmente contrasta con quella cristiana di un mondo creato una volta per tutte e da allora identico". Il prof. Russo è sicuro che questa è "la visione cristiana": il mondo è uscito dalle mani del Creatore come è ora. E lo scrive! Quindi per lui non si può essere "cristiani" e insieme "evoluzionisti". Eppure, stesso giorno, stessa "Repubblica", prima pagina, Umberto Veronesi scrive da par suo che "lo spirito darwiniano non è né antireligioso né ateo", e stesso giorno ("Unità", p. 14) per il reintegro del darwinismo nei programmi ci sono "nomi eccellenti della ricerca, laici e cattolici", e il giorno dopo ("Repubblica", 25/4, p. 25) si scrive che "la condanna dei nuovi programmi ha messo d'accordo sia scienziati laici che cattolici". È così. Il prof. Russo mai ha sentito parlare di Galileo e della sua lezione ormai antica di 4 secoli? Mai sentito spiegare la differenza tra interpretazione letterale e storico-critica dei testi biblici? Mai sentito dire che importanti scienziati evoluzionisti furono e sono non solo credenti cristiani, ma anche preti cattolici, come Teilhard De Chardin e Vittorio Marcozzi, gesuita? E che Giovanni Paolo II ha definito ben più di una pura ipotesi l'evoluzionismo? Perbacco: mai! E perciò su "Repubblica" fa dama, proprio sopra l'incolpevole lettore Pietro Ciucci.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI