sabato 6 giugno 2009
Ancora su Darwin. Anche Malpelo prima o poi dirà "il mio Darwin"! Ieri dal "Corsera" di martedì citavo Giulio Giorello che esaltava lo scienziato, "Emozionante come un albo alla Tex". A lui non è bastato, e giovedì su "Magazine" (p. 83) è tornato sul tema: "Darwin a fumetti. 200 anni e non li dimostra: quant'è attuale!" D'accordo sull'attualità - del resto basta leggere i giornali ogni giorno - ma pare notevole, e per Giorello segno di serietà ed apertura di mente, segnalare che il suo scritto inizia con questa citazione delle ultime righe - Giorello scrive: "così termina" - de "'L'origine della specie', del 1859": "Nella vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse dal Creatore in poche forme, o in una forma sola, vi è qualcosa di grandioso; e mentre il nostro Pianeta ha continuato a ruotare secondo l'immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano ad evolversi". All'origine, dunque, "il Creatore"! Ma allora ha ragione chi sostiene che la teoria darwiniana, in sé, non nega la creazione, e non implica di necessità l'ateismo! Dunque al di là delle polemicucce di chi gioca con i numeri e col cervello dei lettori, aveva ragione Pio XII (nel 1951!) a parlare di possibile coesistenza di creazione ed evoluzione, cosa da tempo sostenuta da pionieri del pensiero cattolico, discussi e discutibili come tutti, quali p. Teilhard de Chardin e p. Vittorio Marcozzi, ambedue gesuiti. E tanti strilli in pagina da mesi? E la pretesa che la moderna scienza collide sempre con la vecchia fede? Giochetti furbacchioni.
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