mercoledì 22 maggio 2019
Girarsi dall'altra parte per non vedere è una politica. Interpretata più di quanto possiamo immaginare, ma che evidentemente è distruttiva e ha un limite. Il problema, tuttavia, è cosa si intenda per limite. Per gli amministratori di ogni ordine e grado questo coincide con la fine di una legislatura, ma per il bene comune il limite è la distruzione totale, di cui nessuno alla fine sarà mai responsabile. Questo ho pensato di fronte alla foto aerea dei campi di ulivi in Salento, che mostrano con evidenza l'invasione devastante della Xylella. Da quando è stato scoperto il virus ho avuto occasione di frequentare la zona più volte durante un anno, ma l'ultimo viaggio di 15 giorni fa mi ha messo tristezza: come è stato possibile un avanzamento del genere? Il deserto che presto dovrebbe apparire, dopo che gli ulivi saranno tagliati, ci mostrerà un pezzo d'Italia che è stata impotente e che probabilmente ha guardato in faccia l'emergenza girandosi dall'altra parte: prima o poi qualcuno se ne occuperà. Ma chi esattamente non si sa, anche se in questi casi si dice l'Europa, che è un altro modo per girarsi dall'altra parte, allontanando sempre di più la possibilità di decidere. Questa della Xylella, in ogni caso, rappresenta una storia di incapacità di decidere, di attendismo distruttivo e di scarsa assunzione di responsabilità. Ma che altro ci dobbiamo aspettare? A leggere i giornali l'emergenza si è ora spostata sulle api, la cui attività è minacciata da un maltempo che non dà tregua e che sta mettendo a dura prova la nostra agricoltura. Le api non impollinano e si nutrono del miele che hanno immagazzinato. Ma se la loro attività si ferma oltre il limite della sopravvivenza, le api spariscono. In Italia ci sono 45 mila apicoltori che curano 1,2 milioni di alveari, per 22 mila tonnellate di miele prodotte lo scorso anno. Quest'anno, se va bene, la produzione sarà dimezzata e quindi l'importazione aumenterà ancora, pur essendo già sostenuta. Questa delle api sembra una parabola della vita: siamo utili gli uni agli altri, ma se si spezza qualcosa e non si corre ai ripari, il danno è per sempre. E a proposito di utilità reciproca: leggo nella cronaca locale che in alcune città i bandi rivolti alle associazioni dedite all'accoglienza dei migranti sono andati deserti. Mancanza di sensibilità? No, protesta, perché 18 euro al giorno non permettono nulla, men che meno un programma di inclusione, che è la chiave di volta su cui si dovrebbe essere tutti d'accordo. Ma anche qui ci si gira dall'altra parte, mentre proprio l'agricoltura italiana avrebbe bisogno di braccia e potrebbe offrire un percorso dignitoso. Ma perché tutto stagna? Dicono che bisogna avere pazienza ancora 5 giorni. Già; e poi cosa succederà?
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