martedì 25 luglio 2017
L'incredibile arriva... Domenica, illustre trasmissione Rai tutta dedicata alla religione: si parla a lungo di «spiritualità del mare» e devozioni marinare, poi in proposito si ricorda che nei secoli il primo simbolo del Cristianesimo fu appunto il pesce, facendo rilevare che i primi discepoli furono pescatori, e all'improvviso senti una voce che commenta veloce: «Se Gesù fosse nato in Sardegna, avremmo avuto magari il "porceddu"». Caspita! Per lo meno una battuta infelice, ma di più: nessuno che ricordi che quel simbolo fu prescelto dagli inizi perché era una professione di fede: le iniziali del termine greco ICHTÝS, e cioè pesce, dicono «Iesus Christus Theoù Yjòs Sotèr» (Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore». Per lo meno un po' di meraviglia, vista l'occasione e le presenze. Càpita, ma non dovrebbe capitare...
I giornali sono "effimeri", durano un solo giorno, e le pagine sono spesso così inattese che scorrono via come l'acqua sulla pietra, e nessuno ci pensa più. Ecco allora che (2/6, altro giornale dal nome presuntuoso) hai letto una pagina intera con questo strillo: «Ma quale Colombo! Fu Innocenzo VIII a scoprire l'America». Al tempo! Che a finanziare la spedizione di Colombo fu anche e per primo Innocenzo VIII, e questo ben più di quanto si sia attribuito ai re di Spagna è noto da tempo, ma sostituire in pratica, e fin dal titolo, al ruolo e alla figura di Colombo la donazione del Papa del tempo è follia giornalistica.
In tema basterà ricordare la grande opera di Paolo Emilio Taviani (1912-2001), ex ministro italiano e massimo storico dell'avventura di Colombo per capire che questo tipo di ricerca di effetto "bocca aperta" per il lettore ingenuo segnala pressappochismo e predilezione per le meraviglie eccentriche, fantasiose quanto si vuole, ma in sostanza ridicole... E lo chiamano giornalismo moderno!
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