sabato 9 maggio 2015
Il matrimonio cristiano «non è semplicemente una cerimonia che si fa in Chiesa, coi fiori, l'abito, le foto», ma «un sacramento che avviene nella Chiesa, e che anche fa la Chiesa, dando inizio a una nuova comunità familiare». Quando due giovani di Acerra hanno detto al parroco del loro sogno di sposarsi, e delle difficoltà economiche per realizzarlo, non avevano ancora letto né sentito quanto papa Francesco ha spiegato sul matrimonio cristiano all'udienza generale di mercoledì. Eppure, l'altrettanto giovane sacerdote a cui si sono rivolti ha saputo ascoltare la vita di quell'uomo e quella donna dal cui cuore emergeva un desiderio autentico.È avvenuto così che l'intera comunità di San Carlo Borromeo, alla periferia della città, si è presa cura di questo desiderio fino a farlo diventare realtà: trucco e acconciatura per la sposa, addobbo floreale e bouquet nuziale, persino l'auto per arrivare in chiesa. Per mesi la comunità parrocchiale si è impegnata a raccogliere fondi, acquistando anche l'abito della sposa e l'abitino per il battesimo del bambino (la coppia ha già due figli) a costo quasi zero. In una casa messa a disposizione dai parrocchiani si è svolto il ricevimento con menù preparato dagli chef della Mensa diocesana della fraternità e da alunni di alcune scuole alberghiere. Il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, ha voluto personalmente celebrare il matrimonio. È proprio vero, come ci ricorda il Papa, che il matrimonio appartiene a tutti, e non solo agli sposi.
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