sabato 13 novembre 2010
Collane in pagina: falsità, mezze verità e grandi confusioni. L'altro ieri sul "Fatto" Umberto Veronesi criticava la Chiesa cattolica " è libertà! " ma facendolo l'accusava di" «divinizzare» la Madonna. C'è la libertà di ignorare ciò di cui si parla? Ancora: "L'Unità" (11/11, p. 22) accusava "Avvenire" per le sue critiche allo «spot mortale» pro eutanasia in Tv. A parte il fatto che all'inizio si leggeva che «i vescovi non commentano la crociata di "Avvenire" ma, ovviamente, sono d'accordo» e invece poi che «quella di "Avvenire" pare essere un'iniziativa giornalistica assunta in autonomia», va annotato che la stessa notizia sulla "Stampa" (p. 21) ha questo titolo: «I vescovi: "inammissibile lo spot pro eutanasia"». In ogni caso pare ovvio che uno «spot pro eutanasia», che in Italia è ancora reato, può essere criticato non solo perché ritenuto immorale, ma anche perché oggi si configura come «apologia di reato»: illecita. Ma da noi spesso va forte chi si crede avanti sui tempi e invece in realtà torna a realtà di barbarie, magari mascherate di falsa umanità: confusione netta. A proposito è singolare anche che "Repubblica" (11/11, p. 23) commentando la notizia del previsto passaggio alla Chiesa cattolica di «un vescovo» anglicano scriva che egli, «pur trasmigrando nella Chiesa di Roma, il suo lavoro di vescovo continuerà ad esercitarlo». Sarebbe invece il caso di sapere che " 13 settembre 1896: era Papa Leone XIII " dalla fine del secolo XIX, e confermando altre decisioni precedenti, esiste una dichiarazione dottrinale sulla non validità delle ordinazioni anglicane.
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