Dottore della Chiesa, padre per i catecumeni
giovedì 18 marzo 2021
È soprattutto per la particolare attenzione alla formazione dei catecumeni, cioè dei "nuovi cristiani", che viene ricordato san Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della Chiesa. Anche se il suo episcopato fu segnato dall'aspro dibattito cristologico del IV secolo, questo pastore saggio si preoccupò prima di tutto di preparare come si deve coloro che si avvicinavano ai sacramenti dell'iniziazione. Era nato attorno al 315, prete nel 345, venne scelto come vescovo di Gerusalemme nel 348. Nel 357, però, fu allontanato dal vescovo Acacio di Cesarea di Palestina, che, anche per questioni politiche aveva una posizione più vicina agli ariani (i quali negavano a Gesù uguale divinità del Padre). Per due volte Cirillo riuscì a essere riabilitato e a tornare a Gerusalemme, ma per due volte ancora Acacio lo rimandò in esilio. Alla fine Cirillo ritornò definitivamente in carica nel 378 e nel 381 partecipò al secondo Concilio ecumenico di Costantinopoli. Morì nel 387; le sue «Catechesi» sono giunte fino a noi.
Altri santi. Sant'Anselmo II di Lucca (o da Baggio), vescovo (1040-1086); san Salvatore da Horta, professo (1520-1567).
Letture. Romano. Es 32,7-14; Sal 105; Gv 5,31-47.
Ambrosiano. Gen 29,31-30,2.22-23; Sal 118 (119),113-120; Prv 25,1.21-22; Mt 7,21-29.
Bizantino. Aliturgico.
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