giovedì 10 giugno 2010
«Si può e si deve spezzare il circolo vizioso». Qui martedì, editoriale di Fulvio Scaglione. Programma e speranza. Il "circolo vizioso" è quello della violenza in Medio Oriente evocata dal Papa a Cipro e messa tragicamente in primo piano dall'assassinio di mons. Padovese. "Circolo vizioso" che da mezzo secolo allarma la voce di 6 Papi. Ma in tema "circolo vizioso" del Medio Oriente trovi in pagina altri "circoletti viziosissimi" tra ideologia, pigrizia e malintesi. E così ("Manifesto", 8/6, p. 10: "Il Medio oriente di B. XVI") Ida Dominijanni: «colpisce la forza» delle parole del Papa, la condanna delle «tendenze integralistiche e teocratiche» che «non fanno distinzione tra religione e politica» e la richiesta di una «laicità positiva». Finito? No, pronto il "malignare": «speriamo» che valga anche «quando il Vaticano ha a che fare con le leggi dello Stato italiano». Ci sono o ci fanno? Più la seconda. Vale ancor più per "Il Fatto" (p. 11), ove Politi in tema elogia la «laicità positiva» come «libertà di coscienza" non solo di praticare il culto di una religione, ma anche di cambiarla». Chiunque può cambiare religione? Sì, per sceglierne un'altra, ma non solo sul "Fatto" oggi trovi la pretesa di "cambiare" la propria religione, a proprio comodo: molto diverso! Ed ecco a p. 18 " "Gli occhi stanchi del Papa" " che Maurizio Chierici è catastrofico sul futuro della Chiesa cattolica: «Voce inascoltata» cui «nessuno risponde», col «povero Papa trasformato in uno spot». Per questa Chiesa, che in 2000 anni ne ha viste di peggio, ma è ancora qui, Chierici è disperato? Va consolato e serve un circolo: virtuoso.
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