giovedì 10 settembre 2015
Antipapi di ritorno? Forse sì, da qualche tempo, ma non è storia, piuttosto cronaca senza criterio. Ecco, per esempio, "il Giornale" (8/9, p. 30, «La Stanza» di Mario Cervi): «Portando a termine il veloce processo messo in atto con maggiore o minore tenacia dai successori di Pio XII, papa Francesco va riducendo l'autorità della Chiesa, l'autorevolezza della figura pontificale, il cattolicesimo stesso a una burla»! Così Mauro Della Porta Raffo (qui ricordato altre volte: 31/12/97, 19/4 e 15/5/01), come chi scrive non più giovane, ma la cui acutezza di un tempo pare svanita. Se ne accorge subito l'autorevole destinatario che definisce «la provocazione intelligente e insolente», ma aggiunge: «oppongo alla tua nota una considerazione di banale buon senso». E ricorda che in certo modo nella Chiesa cattolica «resta al Sacro Collegio l'aiuto dello Spirito Santo». E già! Tenendo conto di questa… minuzia certi eccessi sono estranei al buon senso. La prova, stesso giorno su "Libero" (p. 1 e intera 7), ove trovi ciò che chiamano «Il ruggito del cardinale Sarah» condensato così: «Nemmeno il Papa può cambiare l'insegnamento di Cristo»! Talmente ovvio che messo così è offensivo per lo stesso cardinale. Chi lo conosce sa che viene dall'Africa, ma non ha criniera, non è feroce e ha piena ragione: l'insegnamento di Cristo non si cambia! Il problema da duemila anni è che talora a esso si è sovrapposto un insegnamento di uomini di Chiesa, magari in buona coscienza, che hanno sostituito a quella di Cristo la loro volontà, dando così a loro opinioni fondamento certo, ma improprio. Sicuri che, per il prossimo Sinodo - sotto osservazione nel testo suddetto - non si corra il rischio di perpetuare qualche indebita sostituzione da cui vale subito la pena di emendarsi? Nel caso «ruggire» non serve.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI