sabato 7 maggio 2011
Quanti pensieri ci arrivano al mattino appena apriamo gli occhi. Se abbiamo un lavoro è quello che ci sovrasta con tutti i suoi interrogativi, allo stesso modo se lo abbiamo perduto. Se invece siamo già in pensione la giornata ci appare sul primo momento vuota, necessaria di una scelta che sia alla portata della nostra salute e del luogo in cui viviamo. Soprattutto abbiamo bisogno di sentirci utili, di avere ancora un compito da svolgere, non per noi stessi perché nessuno ce lo offrirebbe, ma per gli altri. Molto fortunato è chi ha saputo mantenere un compito, un impegno, anche non pagato, ma valido per non sentirsi fuori dal mondo che vive e produce. Produrre, sembra il verbo più importante alla vita dell'uomo, in modo che coloro che non fanno più parte della catena di montaggio del lavoro si sentano perduti. Dove sono i vecchi di oggi, quando gran parte della popolazione arriva a contare facilmente la propria età al di sopra dei settanta, ottanta anni? Ciò che fa invecchiare nella maggior parte dei casi non è la malattia, ma l'assenza di interessi o la chiusura del proprio orizzonte a un cerchio limitato di conoscenze. Il nostro secolo ha cancellato quell'anziano cui si andava a chiedere esperienza, esempio di vita, conoscenza dei fatti del mondo. Non c'è più spazio per un simile personaggio, né tempo per andarlo a interrogare anche se potrebbe essere utile. In realtà ci siamo affidati alla tecnica che ci apre un vasto mondo di conoscenze come non avremmo mai sperato. La globalizzazione che ci dà tanti problemi sul piano economico, sociale, politico e della ricerca, ci ha offerto uno spazio di esperienze quasi senza limiti. Si aprono le biblioteche, si scalano montagne, si conoscono religioni, storie di popoli e di scienziati. Persino le grandi enciclopedie restano a fare da tappezzeria elegante nelle nostre case poiché i giovani non si prendono il tempo di sfogliarne le belle pagine. Allora se troviamo già tutto pronto sapendo usare il computer in tutte le sue offerte cosa ci resta da chiedere, da cercare se abbiamo già chi ci risolve i nostri problemi? Ma dove è, sullo schermo acceso di giorno e spesso nelle ore notturne, l'etica, e quale posto ha la morale nella vita dell'uomo, anche per quello di oggi più esposto al male che gli viene offerto senza bisogno di fatica, senza impegno, anche nel silenzio, senza testimoni. Scriveva De Gasperi che non si vive solo di libertà, ma che il popolo come 1o Stato hanno bisogno di una morale: «Che cosa importerebbe avere conquistato tutte le libertà, quando nel commercio, nell'amministrazione, nella burocrazia non ci fosse la morale, non ci fosse la coscienza? Come fare a creare tanti gendarmi o carabinieri a vigilare tutti gli organi dello Stato nella loro moralità e come fare poi, a creare altrettanti carabinieri a sorvegliare gendarmi e carabinieri?». Il problema è ancora e sempre quello del giorno d'oggi se ci accontentiamo della tecnica che ci dà notizie, ma che lascia al nostro intimo la facoltà di decidere di noi stessi.
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