martedì 30 ottobre 2012
Uno spettatore guarda un tg del mattino. La giornalista, durante il servizio in esterni a Roma, intervista un noto politico, che risponde alle domande sul governo attuale e sui possibili, o impossibili, governi futuri. Niente di nuovo per la giornalista, e neppure per il politico. Lo spettatore si distrae e, in modo inconsapevole, sposta l'attenzione sullo sfondo, su quello che succede dietro le figure che parlano. Si accorge intanto che il luogo è curioso: la Galleria Alberto Sordi. Poi arriva alla sua percezione un uomo, che vede di spalle. Indossa una giacca di cotone blu con una scritta sulla schiena e sta lavando un'ampia vetrata, probabilmente di un negozio. Con una mano spruzza il detersivo e con l'altra strofina il vetro con un panno. Indietreggia di qualche passo per controllare se siano rimasti aloni, si riavvicina, spruzza di nuovo il detersivo e riprende a strofinare. Lo spettatore si dice che quello che accade in primo piano ha sempre minore importanza. Quello che accade sullo sfondo, invece, può averne, a livello concreto e simbolico. Fra quelle tre figure che si sono incrociate per caso nella Galleria Alberto Sordi, l'unico forse a cercare la pulizia e la trasparenza è l'uomo in secondo piano, che non si lascia distrarre dalle telecamere che lo riprendono.
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