mercoledì 6 settembre 2017
Una domenica a Carmagnola, a pochi chilometri da Torino, paese famoso per i peperoni carnosi che da 68 anni sono protagonisti di una sagra frequentata da decine di migliaia di persone. Quest'anno la sagra è diventata Fiera nazionale e fino a domenica 10 settembre accoglierà gente. E fin qui tutto normale, come avviene in centinaia di altre parti in Italia, anche se con dimensioni diverse. Quello che invece è anormale sono le misure di sicurezza che è stato necessario adottare, con costi supplementari per Comuni e Pro Loco, obbligati a installare blocchi di cemento agli ingressi delle vie dove la gente passeggia. Tutto questo ha creato non poche difficoltà per questi eventi pacifici dove la gente si incontra in quelle case a cielo aperto che sono i paesi. Che poi Carmagnola abbia fatto il salto da sagra a fiera lo si è capito dal programma, che ha messo in scena una serie di riflessioni "politiche", anche se qui la politica stile festa dell'Unità c'entra poco. Domenica per esempio s'è aperta con l'inaugurazione del Salone della Solidarietà, l'incontro con le aziende agricole e artigianali del Centro Italia, che un anno fa erano state interessate dal terremoto. E la sindaca Ivana Gaveglio ha trasformato quel minuto di silenzio di un anno fa in un progetto di aiuto, che ha caratterizzato la festa di oggi, senza dimenticare. Poco dopo, sul palco, un'entusiasta comunicatrice, Renata Cantamessa, ha raccolto intorno al suo libro Il mistero del Grandalbero un gruppo eterogeneo di persone: da Alessandro Meluzzi al cuoco Sergio Barzetti, fino alla psico-oncologa Giulia Zucchetti del Regina Margherita di Torino per parlare di alimentazione per bambini malati. E il peperone coi suoi colori rappresentava la vita, raro frutto con l'interno vuoto, che qualcuno ha voluto definire "con l'anima". Ma perché si lavora così poco su quel momento particolare, la degenza in un ospedale, che invece ha bisogno di slanci di dignità, di gusto laddove il dolore sembra togliere proprio gusto alle cose, come cantava Claudio Chieffo in una celebre canzone? E se il libro di Renata dovrebbe essere nelle mani di ogni bambino (ma c'è anche una parte di ricette che riguarda i genitori), ancora non si lavora sugli anziani, sul gusto che spesso gli viene negato come se tutto fosse senza speranza, ma solo decadenza. Di questo si è parlato in una fiera di paese mentre la gente passeggiava per le piazze, mangiava, comprava, cantava o ballava, dando un senso di comunità che oggi più che mai è importante recuperare. "La prima politica è vivere" recitava uno slogan appiccicato sui muri della Cattolica nel 1980, quando entrai per la prima volta. Sì, la politica è vivere e permettere che chiunque, proprio "chiunque" viva in Italia con dignità.
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