giovedì 10 maggio 2018
L'"Osservatore Romano" (8/5, p.8): «Paolo VI e la riforma liturgica. Anche per il Papa cambiare non è facile». Racconto del varo postconciliare della «nuova Messa» e foto dell'autografo del definitivo placet di Paolo VI (6/11/1968). Inizio: «Abbiamo letto nuovamente, col rev. P. Annibale Bugnini, il Novus Ordo Missae... e dopo attenta considerazione abbiamo dato la nostra approvazione». Allora, dopo lungo lavorio di esperti e commissioni apposite, il "sì" finale del Papa. Seguirono, purtroppo fino d oggi, resistenze che identificano la fede col proprio passato, ma si andò avanti e venne anche la riforma liturgica degli altri Sacramenti. Qui un ricordo personale: docente di teologia al Laterano, inizio anni 70, fui convocato da monsignor Pietro Palazzini, alla Congregazione dei Riti, per un giudizio sulla bozza di riforma della Unzione degli Infermi, che io stesso 15 anni prima avevo ricevuta. Lessi il testo in qualche giorno, ma quando gli portai il mio giudizio positivo arrivò l'imprevisto. Uno sguardo fulminante: «Ma allora lei approva questo testo? Ma sa chi lo ha preparato?» Al mio "no" sincero arrivò la replica: «È monsignor Bugnini! Quindi lei approva Bugnini!!!» Che dirgli? Mi venne spontaneo: «Monsignore, lei ha chiesto il mio parere, non il suo… Il mio è questo! Arrivederci e grazie!» Ovvio: consultazione prima, e anche ultima. Ora, in pagina nel manoscritto di questo Papa, per me il più grande dell'ultimo secolo, quella «rilettura» papale «col rev. P. Bugnini», e capisco che per un Papa, anche allora, i cambiamenti non erano facili. Quelli sono stati portati a termine. Vale, con speranza forte, anche per oggi, e per altri cambiamenti nei quali papa Francesco, fedele e insieme in cammino, si sta impegnando con tutto quel «Popolo di Dio» riscoperto dal Vaticano II, ma vivo fino dalla Pentecoste, duemila anni or sono. Avanti! Lo ha detto tante volte: Preghiera, Povertà, Pazienza! E sorriso.
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