giovedì 23 dicembre 2004
Lo dicevano le nonne: spesso basta cambiare aria. Lunedì a Madrid, ferocissima toreadora nell'arena, infilava implacabile vescovi e cattolici spagnoli, ma ieri, tornata in Italia, trova alla stazione Romano Prodi e su "Repubblica" intervista anche lui. Niente banderillas, niente ironie, niente stilettate: intervista al miele, forse perché la cronaca riserva già molto amaro al leader del centrosinistra. Concita De Gregorio ha lasciato a Madrid tutta l'aggressivita. Per carità, bene così, ma certe pagine paiono davvero strane. Capita anche altrove. Da mesi su "Repubblica", "Unità", "Manifesto", "Liberazione" e compagnia si polemizza in negativo su "radici cristiane", Crocifisso, Presepio e altro, magari in nome della tolleranza laica" Si muovono intellettuali illustri, si indignano maestri del pensiero e vignettisti satirici: ma che vuole questo Papa? Ma che vogliono questi cattolici? Le radici? Il Crocifisso? Il Presepio? Non scherziamo! Dove andremo a finire con queste retromarce! Tu leggi e magari ci pensi su, ma poi martedì apri "Repubblica" e trovi "Diario", tre pagine intere con questo titolo enorme: "Presepe: alle origini della nostra storia". Tutto in positivo, con Filoramo, Ravasi, Bentivogli, Conte e Sofri. E allora? Di più! Il giorno prima sull'"Unità", tutta p. 23: Francesco Piccolo ragiona anche lui sulla grande tradizione del Presepe. E allora? Allora niente: è la solita "ammuina", per dirla con De Filippo. E infatti stesso giorno, stessa "Unità", prima pagina, c'è il vero ideologo, Staino. Così: "che te fa venì in mente er Natale? Che al capo (Berlusconi, Ndr) gli scade la garanzia del lifting". È la linea.
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