sabato 6 giugno 2015
Segni e stimoli, per pensieri a catena. Ieri sul “Corsera” (p.1) vignetta di Giannelli su «immigrati e organizzazioni per l'accoglienza». I due che attendono a riva il barcone stracarico: «Tanti! Contanti». Uomini come denaro, merce, capitale! E in tante pagine l'amarezza stupita delle cronache della delinquenza in cravatta che «mangia» sulla carne degli ultimi, gli “scarti” del mondo. Basterebbe, per pensare, e anche piangere, ma torna in mente la pagina 10 del “Manifesto”, giovedì, con questo titolone: «La ricca fertilità del capitale umano». Angela Balzano racconta il libro “Biolavoro globale. Corpi e nuova manodopera”, che tratta «delle attuali economie neoliberiste tecno-mediate», e quindi del biocapitalismo «dalla fecondazione assistita alla maternità surrogata, passando per la clonazione e la ricerca sperimentale». Un'economia detta «nuova», «la cui fonte di plusvalore coincide direttamente con la potenzialità generativa dei corpi delle donne, e non solo». Mi fermo, e torno su quel titolo: «Capitale umano». Uomini, e soprattutto donne usati come «capitale», denaro vivo da commerciare, scambiare, vendere, comprare, suscitare, negare, nascondere, esibire… Marx e il suo “Capitale”? Erano cose da lillipuziani. Il «capitale», oggi, sul quale campare, la «mucca» – anche questo termine in pagina spesso – da mungere per trafficare, da “Mafia capitale” per immigrati a Roma, o per donne e dintorni nel mondo intero – è un altro, con la sua «ricca fertilità». La chiamano «fertilità», e se qualcuno – capitato di recente su temi apparentemente lontani, ma in realtà parte dello stesso scenario di vera «fertilità» negata ed esibita – osa vederci una «sconfitta dell'umanità» ecco gli strilli, spesso veri “muggiti” delle “mucche” da mungere in nome del progresso e della libertà. Pensiamoci…
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