venerdì 10 marzo 2006
L' acqua fa male, dicevano scherzando i vecchi contadini: fa venire la ruggine alle ossa. Con questa scusa il semplice bicchiere veniva «sporcato» di vino, per dare sapore.Il consumo di acqua minerale in Italia è ai primi posti e da un decennio a questa parte certi ristoranti propongono la «carta delle acque». Al ristorante Novecento di Meina (Vb), la carta è accompagnata da dettagliate descrizioni sui parametri qualitativi in merito a residuo fisso, che è indice di leggerezza, ph, sodio e durezza. Questi danno la misura della digeribilità oppure dicono se certe acque sono più diuretiche di altre. Insomma, la scelta dell"acqua è diventata un affare da intenditori tanto che, in spregio ai detti contadini, sono nati nientemeno che i sommelier dell"acqua.Che un"acqua si abbini a un cibo piuttosto che a un altro è poi un esercizio abbastanza complicato, che tuttavia può essere percorso. C"è addirittura una scuola di pensiero, portata avanti da uno chef come Gualtiero Marchesi, che sostiene la necessità di accostare solo acqua a un piatto, per poterlo giudicare. Sarà. C"è poi un altro aspetto legato alle acque sulfuree, abbinate a determinate terapie, che non sempre i medici di base contemplano con generosità.Eppure quella delle acque è una cura antica come l"uomo, un dono che arriva dalla terra e che molto spesso, insieme ai fanghi, riesce a intervenire in maniera incisiva sulla riabilitazione da determinate patologie. Molto più di una pastiglia, che toglie il disturbo subito, ma forse rimanda il problema nel tempo. Che comunque resta.C"è poi un aspetto curiosissimo legato alle acque termali, scoperto proprio ad Acqui Terme, dove domani e domenica si svolge «Golosaria», rassegna enogastronomica dedicata a gusto e benessere: l"acqua termale combinata coi cibi. Me lo fece toccare con mano un produttore di grissini. La fragranza di quelli preparati con l"acqua presa ad Acqui era ineguagliabile rispetto ad altri. E lo stesso vale per il pane. Pane e acqua non sono mai stati così buoni e salutari.
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