sabato 20 dicembre 2014
A Benigni applausi: pare anche da Santa Marta. Critiche (“Foglio”, “Giornale”) piuttosto da pregiudizio. Qui gioia condivisa e una meraviglia. Perché dal testo biblico si è trascurata la seconda “parola” delle 10 originali: “non ti farai alcuna immagine”? Eppure è il cardine su cui gira l'intera “tavola” delle dieci “parole”. La prima infatti afferma presente e unico il Dio della Promessa che ora si fa “Alleanza” eterna: “Io sono il tuo Dio, non ne avrai altri!” La seconda, che nel testo vieta le immagini di Dio, dopo la secolare disputa con annessa “iconoclastìa” nei catechismi non c'è più. Ma nella Bibbia c'è sempre importante, ed è stata importante anche la sua assenza dai Catechismi. Infatti dopo la seconda la terza “parola” cambiava direzione: “Non usare il mio 'nome' invano”, cioè per ingannare il prossimo. Non un tabù sul “Nome”, come purtroppo è stato inteso, ma passaggio da Dio nell'alto dei Cieli alla compagnia sulla terra. Perché mai, dunque, la prima parola diceva Dio presente e la seconda ne vietava le immagini? Due grandi ragioni esplicite. a) Dt. 4, 12: “Il Signore vi parlò dal fuoco: avete udito il suono delle parole, ma non vedevate alcuna immagine, c'era solo una voce”! Infatti le immagini sono mute, ma Dio parla: si ascolta e si obbedisce. b) Gen. 1, 26: per la Bibbia unica “immagine somigliantissima” di Dio è l'uomo. Dunque due “parole”: unicità di Dio che poi indica la sua unica immagine: da riconoscere e amare nel prossimo. E seguono le altre 8 “parole”, che parlano dell'uomo. 3: non lo si inganni in nome di Dio. 4: deve riposare. 5: veneri padre e madre. 6: non deve uccidere. 7: mai tradisca il patto d'amore. 8: mai rubare. 9: mai mentire. 10: mai “desiderare cose e donna altrui”. Ebbene: tolto il 2 rimanevano 9, e allora il 10 si è diviso tra “cose” e “donna d'altri”. Meglio l'originale!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI