sabato 27 febbraio 2010
In una fabbrica di cioccolato, dove ogni giorno passavano nelle mani delle ragazze che vi avevano trovato lavoro, centinaia di prodotti profumati di cacao, nessuno era tentato di assaggiarne. «Come mai?», chiesi incuriosita. Sentii una voce rispondermi: è naturale, i primi giorni ci permettono di assaggiare di tutto finché persino l'odore del cioccolato ci dà fastidio e a questo punto niente ci interessa più. Forse il paragone sembrerà inopportuno, ma anche noi che ci troviamo ogni giorno di fronte a notizie di corruzioni, di tangenti, di ogni tipo di disonestà non ci curiamo più di parlarne o di affrontare queste situazioni con ragionamenti e giudizi. Anche noi ne siamo nauseati e abbiamo perduto anche il senso dello scandalo, che potrebbe essere un argine al diffondersi di una materia alla portata di ogni situazione sociale. Questo tipo di delinquenza può contare sul silenzio e sulla sopportazione di chi di fronte al dilagare della corruzione si ritira nel suo privato e tace. Non c'è un grido di ribellione perché si sta scivolando verso una incredulità anche sulle buone intenzioni di fermare questo deteriorarsi della vita pubblica da parte dello Stato. E questo è il risultato peggiore. Tirare le redini è già una iniziativa positiva, ma non basta perché non è la condanna in denaro o la detenzione che fanno paura o che fermeranno chi è già deciso a rischiare e ad affrontare lo scandalo. Le notizie di ammanchi miliardari sono così lontane dalla nostra immaginazione casalinga che fa ancora i conti con le dita della mano, che ci suggerisce come unica difesa di abbassare le tapparelle alla sera e chiudere la porta per non sapere, per non vedere. Ma anche qui c'è la televisione che per onorare la libertà di stampa non ci fa mancare niente istruendo immaginari processi solo sulle parole degli opinionisti, che non sono né avvocati, né tanto meno magistrati. L'onore di tanta gente viene calpestato prima del giudizio della legge e anche il ripetuto ascolto di queste trasmissioni non ci commuove più perché diventa uno spettacolo come tanti altri. Purtroppo non bastano nuove leggi punitive, anche se necessarie. Bisognerebbe riuscire a mettere in moto l'assenso a una nuova morale incominciando dalla scuola, migliorando le letture, lasciando a questi ragazzi l'esempio di fatti di giustizia e di educazione civica, troppo spesso dimenticata. Ricordare loro che il nostro comportamento non finisce attorno a noi dove non c'è una frontiera che limiti i danni, ma che invece ogni nostro atto trascina con sé altre persone. Si sente parlare tanto di giustizia e molto meno del senso dell'onore e dell'onestà, mentre sono alle basi di una vita civile. Cerchiamo di salvare la vita dei nostri giovani facendo loro conoscere i tanti esempi di altruismo, di impegno personale, di sacrificio volontario per il bene degli altri di cui ci sono infiniti esempi che non vengono quasi mai ricordati se non fanno parte delle grandi calamità. Diamo visione anche a queste immagini silenziose. È per loro che si salva il mondo.
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