venerdì 23 dicembre 2005
Un piccolo pezzo di pane diventa l"impossibile avanzo. In pratica è l"avanzo dell"Autore di tutte le cose che, più umile di ogni altro alimento, diventa ciò che è assolutamente da salvare. L"Autore si nasconde anche dietro e dentro ai suoi avanzi" Non è dunque amabile salvarli?». Questa riflessione l"ha fatta Andrea Sinigaglia, docente di storia di alimentazione all"Alma di Colorno e autore, col sottoscritto e con Giovanna Ruo Berchera, del libro "Avanzi d"Autore (ed. Comunica). È un libro nato per discutere di come avere un giusto rapporto con il frigorifero e per recuperare quel 30% di spesa fatta male che - dicono le statistiche - viene gettato via. Così scorro l"elenco dei piatti che Giovanna ha previsto per dicembre e trovo la ribollita, gli spaghetti con la mollica di pane, e poi altre paste con ragù di pesce o di tacchino, il polpettone farcito, il fritto misto di verdure. Tutti piatti fatti con gli avanzi, gustosi come il sapore di una volta, quando non si buttava via nulla, neppure l"aereo odore dei mandarini la cui buccia veniva fatta essiccare sulla stufa. Ed era aria di Natale. E se per capire cosa vuol dire la comunicazione di un affetto che passa attraverso il cibo, con tutta la famiglia, ci trovassimo a preparare gli "agnolotti della nostra casa"? Non c"è ricetta: basta aprire il frigorifero e mettere sul tavolo ciò che abbiamo in abbondanza tra prosciutto, burro, uova, verdure cotte o crude, pezzi di carne. L"amalgama di quegli ingredienti, impreziosita da aromi vari andrà a riempire la sfoglia (farina e cinque uova, sale e olio). Farete gli agnolotti come meglio vi verranno, piccoli, tondi o quadrati. E quando li servirete, proverete la soddisfazione di aver fatto un"antica operazione culturale: il recupero di uno spreco che diventa gusto. Così, da un pugno di cose umili e di poco conto che però raccontano una storia, quella del cibo trasformato che comunica un affetto. Buon Natale.
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