mercoledì 28 luglio 2010
Michele Serra ("Repubblica" ieri, p. 26) riflette acuto sulla "destra finiana". Sempre acuto lui " sostiene Malpelo " salvo che parli di Chiesa e religione, ma non sempre si può aver tutto... Eccolo dunque che, su Fini e sull'attuale marasma politico/culturale che agita il centrodestra, conclude un po' amaro: «Anche alla destra finiana, per ora immaginaria, calza a pennello il verso di Montale: "codesto solo oggi so dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo"». Mi colpisce l'«anche». Forse il marasma politico, culturale e anche ideale è «anche» altrove: contagio che svuota menti e cervelli, anime e corpi. Già. E rileggo sempre su "Repubblica", ma lunedì, l'intera p. 13 che segue al lancio in prima sulla tragedia di Duisburg: "Techno, droga e libertà: Love parade, venti anni oltre le regole". Lassù le foto dei big, «l'olandese il cui cachet si aggira sui 200mila euro a serata», il «tedesco celebre per i suoi set estremi e oltraggiosi i cui party sono paragonati a riti dionisiaci», e le frasi dell'altro «carico di adrenalina»: «C'è una folla eccitante e delle vibrazioni di festa" Ci sono migliaia di persone che stanno bevendo birra"» Poi un sommario in neretto: «Musica, forte, assordante, suoni elettronici, pulsazioni che entrano nello stomaco, si radicano nel cervello come scintille di futuro»! Scintille di futuro? Forse ciò segue una visione del mondo e della vita che passa come di sinistra e di progresso. Forse, caro Serra, il verso di Montale «calza a pennello» non solo alla destra finiana" E allora: c'è in giro, pur con tutti i limiti umani, una visione del mondo e della vita che dia qualche briciolo di speranza? Chissà!
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