Soldato e predicatore patrono dei bergamaschi
giovedì 26 agosto 2021
Il coraggio del soldato, la tenacia di un innamorato e la fiducia di un figlio: le doti messe in campo da sant'Alessandro di Bergamo offrono il ritratto del cristiano autentico. La storia del patrono di Bergamo si svolse tra il III e IV secolo: era un comandante di centuria della legione Tebea che, dopo aver operato in Oriente, venne inviata in Occidente per contenere gli attacchi di Quadi e Marcomanni. Giunti nel Vallese, però, ai soldati venne ordinato di catturare i cristiani: al rifiuto da parte dei soldati ci furono due decimazioni. Pochi riuscirono a fuggire: Alessandro arrivò a Milano, dove fu però catturato. Fu solo grazie a san Fedele che ritrovò la libertà scappando a Como, dove però fu nuovamente preso. Ancora una volta riuscì a fuggire arrivando a Bergamo, ospite del principe Crotacio. Decise di dedicarsi alla predicazione, convertendo numerosi bergamaschi, ma nel 303 fu scoperto, incarcerato e condannato: morì martire, decapitato, il 26 agosto a Bergamo, dove ora sorge la chiesa di Sant'Alessandro in Colonna.
Altri santi. Madonna di Czestochowa; beata Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy), carmelitana (1846-1878).
Letture. Romano. 1Ts 3,7-13; Sal 89; Mt 24,42-51.
Ambrosiano. Esd 10,1-8; Sal 68 (69); Lc 14,1-6.
Bizantino. 1Gv 4,12-19; Lc 5,1-11.
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