giovedì 25 febbraio 2016
In molte pagine "addio" a Umberto Eco e Ida Magli: comune una giovanile educazione cattolica, poi un più o meno totale rifiuto di essa. Ieri ("Libero", p. 1) sul "dissolvimento" dell'Europa attuale un testo della Magli. La conobbi e incontrai a proposito di Teresa di Lisieux: le aveva dedicato (Rizzoli, 1984) un volume la cui tesi era che Teresa fu "vittima sacrificale" distrutta dal maschilismo cattolico, e nel risvolto di copertina tra virgolette la citava così: «Nella morte della vita io sarò l'Amore». Che cupa autocondanna! E invece Teresa aveva scritto: «Nel Cuore della Chiesa io sarò l'Amore, e così sarò tutto!» Litigammo un po'. Riposi in pace!Quanto ad Eco sul "Fatto" (22/2, p. 18) lo ricorda Gianni Vattimo: «Il cattolico che parlava di quel Dio progressista». All'inizio un'educazione cristiana e cattolica, poi la vita lo condusse su strade diverse, anche opposte. Domanda: due "lontani"? E qui serve la "memoria". Della gioventù della Magli mi dicono che fu molto "religiosa", e per Eco è noto che è stato tra i giovani dell'Azione Cattolica di inizio anni '50. Infatti Vattimo ricorda vicini a lui Don Arturo Paoli, Carlo Carretto, Mario Rossi, tutti ai vertici dell'Azione Cattolica e tutti "allontanati" a forza dai loro incarichi quando dalla Santa Sede giunsero ordini che imponendo la presidenza Gedda allontanarono anche De Gasperi e altri. Furono anni difficili anche per Turoldo, per Aldo Moro e tanti altri… Dunque, con Eco anche Paoli, Carretto e Rossi: grandi maestri. Allontanati anche loro, ma fino alla fine testimoni di autentica fede e dell'incontro con la modernità: anticipatori del Vaticano II. Li ho incontrati spesso, e ne ringrazio il Signore. Che dire, allora? Pensiamoci, noi. Certi "lontani" in realtà sono degli "allontanati". A loro pensa certo Qualcuno lassù!
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