domenica 25 ottobre 2009
Un certo Signor Mario ha fatto felice Corrado Augias scrivendo-
gli (Repubblica, venerdì 23) che sua figlia «non si avvale dell'insegnamento della religione cattolica, perché la nostra famiglia è cattolica» e perché lui «crede fermamente che la formazione di un cristiano debba avvenire in chiesa con la comunità dei credenti guidata da sacerdoti e in famiglia». Pare che Mario non sappia che l'ora di religione non è affatto "formativa", ma di conoscenza e che frequentarla forse farebbe bene anche ad Augias, il quale sa bene " dice lui " come si deve fare una vera ora di religione e lo spiega: niente insegnamento confessionale del cattolicesimo, ma lezioni di «storia delle religioni». Si dà il caso che, forse, l'Italia non esisterebbe come tale se " nonostante tutto quello che si può dire in contrasto " non ci fosse stato il cattolicesimo. Dunque conoscere questa religione significa capire come sono gli Italiani e perché; conoscere meglio la storia d'Italia, la sua lingua, la sua letteratura e la sua arte: pittorica, scultorea, architettonica. Purtroppo gran parte dell'anticlericalismo vecchio e nuovo discende assai più che da una mancanza di fede, dall'ignoranza di quella religione che, per un tempo non certamente breve, fu persino "di Stato" e informò di sé istituzioni, leggi, politica, scuola, urbanistica, teatro. Persino per comprendere perché la laicità (invenzione addirittura di Gesù Cristo: "Date a Cesare..., date a Dio...") si sia trasformata in laicismo, sarebbe necessario conoscere la religione cattolica. È forse possibile immaginare la posizione dell'Italia nel mondo e le sue relazioni almeno con gli altri Paesi dell'Occidente senza la fede cristiasna e il papato? Ed è ipotizzabile che un insegnamento della storia di religioni lontane mille miglia dal nostro Paese come, poniamo il caso, il buddismo e l'induismo, ma anche l'islamismo raccoglierebbe quel 90 per cento di adesioni che riscuote oggi l'ora di religione così com'è?

I MORTI SCRIVONO?
Tira un'aria lugubre negli ambienti laicisti. Liberazione (martedì 20) dedica un servizio a Marea, rivista trimestrale di "saperi delle donne", il cui ultimo numero è dedicato al «corpo indocile» e all'«autodetermi-nazione nelle scelte della vita e del fine vita». E cita Marea che scrive: «Se ne parla direttamente " per dare corpo ad argomenti che di solito sono incorporei e rubricati sotto la voce "etica" " attraverso il racconto in prima persona di donne e uomini che hanno vissuto passaggi cruciali a livello personale sul tema dell'autodeterminazione nella vita e nel fine vita». Un vero scoop: al numero sembra abbiano collaborato anche dei morti. Colpa della marea?

DISSENSO CREATIVO
L'ex parroco dell'Isolotto, Enzo Mazzi, denuncia sul Manifesto (martedì 20) «la violenza della Chiesa». E la descrive: «Tra i peccati gravemente contrari alla castità vanno citati la masturbazione, la fornicazione, la pornografia e le pratiche omosessuali. Sono affermazioni d'incredibile gravità, contenute nel Catechismo della Chiesa Cattolica [...] Ma c'è di più. Lo stesso Catechismo ribadisce che "quanti muoiono per libera scelta in peccato mortale e quindi anche chi compie atti omosessuali sono condannati alla dannazione eterna"». Il Catechismo è del 1992, il suo "Compendio" del 2005: Mazzi se ne accorge solo ora. In compenso vuol fare concorrenza a Chi ha creato anche la morale: c'è, scrive, «necessità di "dissenso creativo"».
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