mercoledì 22 marzo 2017
La decrescita felice? Se ancora non sapevamo quali connotati darle, da ieri è tutto chiaro: siamo messi male con l'occupazione, ma siamo i primi al mondo per stile di vita. Lo dice la classifica di Global Health Index, l'agenzia creata dall'ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, che ha sondato ben 163 Paesi. L'Italia è al primo posto anche perché l'aspettativa di vita per chi nasce nel Belpaese è di 80 anni contro i 52 della Sierra Leone. E subito si cercano i motivi di questa affermazione, che agli occhi del mondo dovrebbe portare una certa reputazione al nostro made in Italy alimentare. In cima ai motivi c'è infatti la dieta mediterranea, ma soprattutto la possibilità di variare i pasti e di mangiare cibo fresco: frutta, verdura, pesce. Poi si parla di un servizio sanitario che funziona (e questo ce lo devono dire sempre gli altri, per convincerci) e di un aumento dell'attività fisica. Fra i parametri anche il tabagismo, che sarebbe in diminuzione. Ma c'è molto di più, a mio parere, che contribuisce a generare questa fotografia positiva del nostro stato di salute. Per esempio la centralità del pasto, che spesso ruota intorno alla famiglia e che ha orari precisi. Quindi l'aspetto di convivialità intorno al cibo, benché rimanga un Giano bifronte: il suo eccesso può provocare danni, una regola può favorire una coscienza virtuosa. Non si parla poi della comunicazione, che da anni batte il chiodo su alcune regole che sono entrate nella mentalità comune: 5 pasti in 24 ore, prodotti di stagione e 10mila passi al giorno. Sembrano consigli banali, ma servono a creare quella forma mentis utile per non cadere nelle patologie della sedentarietà e negli eccessi. Uno dei campioni del racconto del cibo italiano, il professor Corrado Barberis, docente emerito di sociologia, era famoso perché a Roma non prendeva mai i mezzi: camminava moltissimo. E questo m'ha offerto un'idea di coerenza: la ricchezza della nostra biodiversità che va rispettata e assunta dentro a un equilibrio e l'attività fisica che non va sottovalutata, a nessuna età. Tutto questo insieme ha contribuito a un sentire comune e a un'attenzione. E siamo arrivati ai primi posti, tanto che i titoli dei giornali ieri parlavano del privilegio di nascere in Italia (anche se poi si fanno sempre meno figli). Ma sempre ieri, i cuochi radunati sulle montagne altoatesine da Norbert Niederkofler hanno lanciato una campagna contro lo spreco alimentare, riabilitando il valore dietetico della buccia di patata, mentre da quasi un mese, sui giornali, ampi servizi mettono in guardia dall'eccesso di sale. L'attenzione mediatica è dunque ai massimi livelli e senza regia alcuna. Ma se regia ci deve essere, lavori fin da subito con spirito sussidiario per mantenere questa posizione che oggi ci fa brillare in tutto mondo.
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