A Sanremo solo applausi per Ibra, non per Dalla
domenica 21 febbraio 2021
Sanremo bussa alle porte, anzi alle tv. È il 50° di Gesubambino, meglio noto come 4/3/1943, ma nessuno dei duetti sanremesi, che verranno eseguiti proprio giovedì 4 marzo, prevede un omaggio a quel brano dell'immenso e sempre più rimpianto Lucio Dalla. Almeno Ermal Meta canta Caruso... Intanto applausi per Ibra, e non per Fibra, il rapper. Ibrahimovic si allenerà per cinque giorni a “sanremello” e con il suo bel timbro cavernoso salirà sul palco del Festival per la modica cifra di 50mila euro a serata. Somma assai pesante. Meglio la sostenibile leggerezza del calcio praticata alla Domenica Sportiva
da Eraldo Pecci, che, sollecitato sull'argomento Inter capolista, umoreggiava alla Marcello Marchesi: «All'Inter mancano le Coppe e pure Bastoni». E noi aggiungiamo, fino a che i cinesi di Suning non hanno saldato gli stipendi, all'Inter mancavano anche i Denari. Alessandro Bastoni, discendente diretto per classe, fisico e qualità morali di Giacinto “Magno” Facchetti oggi comunque, al di là dei calembour di Pecci, sarà regolarmente in campo nel derby-scudetto. Occhio, perché mentre noi piazziamo Draghi a difesa della salute nazionale, questo potrebbe essere l'anno del Dragone nerazzurro. Anche Bastoni permettendo, atteso allo scontro duro e diretto con Zlatan, il terribile Ibrahimovic. Gioca e si vede anche l'altro Bastoni, Simone, solo omonimo, una delle belle speranze dello Spezia rivelazione (nonostante il 3-0 di Firenze) di mister Italiano. Simone Bastoni fa parte della cantera spezzina in cui è nato e cresciuto anche Giulio Maggiore. Un calciatore raro, tre anni fa rinunciò ai Mondiali Under 20 in Corea del Sud rispondendo al ct: «No, grazie mister, ho gli esami di maturità». Maturità scientifica conseguita al Liceo Pacinotti, e ora è iscritto alla facoltà di Scienza della comunicazione. Parla come gioca Giulio, benissimo, fin da dai tempi dei Giovanissimi rossoneri. A 14 anni il Milan lo schierava a centrocampo in coppia con Manuel Locatelli (azzurro del Sassuolo), poi un infortunio al ginocchio e il ritorno allo Spezia. «Non do nessuna colpa al Milan», disse tempo fa il ragazzo che in campo studia per diventare il nuovo Gerrard («mio idolo») e che domenica scorsa ha battuto il Milan e segnato un gol a Gigio Donnarumma. Il portierone del Milan e della Nazionale, a differenza di Maggiore, all'esame di maturità – estate 2017 – preferì andare in vacanza con la fidanzata, a Ibiza. Da un'Isola all'altra, quella sarda. In quel Cagliari che fu di Massimo Cellino, il più grande patron mangiallenatori (assieme a Zamparini) ora governa il morattiano Tommaso Giulini. Nella settimana in cui il suo allenatore Eusebio Di Francesco ha fatto "14" – tante le sconfitte su 23 gare disputate – invece di esonerarlo, secondo tradizione molto italica, gli ha rinnovato il contratto. Un gesto sottolineato in diretta alla Domenica Sportiva
da Pippo Inzaghi, allenatore del Benevento. Ma dopo il ko casalingo con il Torino c'è la fila per la panchina del Cagliari, e tranne Pippo tutti aspettano la chiamata di Giulini.
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