giovedì 6 dicembre 2012
Sembra che un treno si sia fermato per permettere il trasbordo di un uomo colpito da infarto. Sembra che molti passeggeri abbiano inveito contro il conduttore del treno chiedendogli di proseguire. Sembra che davanti alle spiegazioni dei ferrovieri abbiano risposto chissenefrega. Sembra che un ragazzo abbia scaraventato addosso al conduttore lo zaino con i libri minacciando di fargli causa se non fosse riuscito a dare l'esame che avrebbe dovuto sostenere quella mattina. Sembra che una donna si sia accasciata sul sedile, mezzo svenuta, dopo avere strillato per un quarto d'ora i fatti suoi. Sembra che una bambina si sia messa a piangere. Sembra che le primarie, le elezioni, cambiare il nome ai partiti, ridurre lo spread, controllare la spending review, approvare nuove norme anticorruzione: sembra che tutto questo rischi di servire a poco, se prima non si ritrova il senso della comunità. Se non si recupera la disponibilità a dare senso alle cose al di là dell'utilità immediata, se non ci si riappropria di una virtù modesta e sicura, la serietà, attualmente sostituita dal voler far passare tutto per gioco, per burla, chiudendo gli occhi, sottovalutando, sopravvalutando, tirando a campare. Se ciascuno non capisce una cosa semplice: che quell'uomo infartuato la prossima volta potrebbe essere lui.
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