martedì 3 dicembre 2019
Ieri ("Foglio", p. 2) titolo oscillante sottotraccia tra un pizzico di soddisfazione e di dispiacere: «La morte del cristianesimo negli Stati Uniti è altamente esagerata». Fonte "New York Times" e dintorni. Sorprende quell'«altamente», che per contrasto ci richiama un "bassamente" – ormai da quelle parti prassi quotidiana – ove si dà aggressivamente per scontato l'opposto, ma non Oltreoceano bensì nella nostra realtà ecclesiale, cioè in Italia e in genere in Europa, oltre che in Vaticano...
In realtà, su quelle pagine di recente hai letto l'annuncio (22/11) che oggi «La Chiesa si è fatta atea» (sic!). Ma allora pensi che ti trovi molto in basso a livello di comprensione delle cose, e che la cosa tracima inevitabilmente in pagina. Per esempio ("Libero", 13/11, p. 7) succede di leggere «Sinistra e cattolici, antirazzisti interessati», ove Umberto Piancatelli ci dice che «gli ex comunisti cercano voti dei migranti» e che «alla Chiesa servono preti» comunque arrivino. Domanda ovvia: pagine inutili, o pagine rivelatrici di quanta cecità che si sente illuminata va in giro da certe parti? Molta cecità, voluta.
Esempio calzante ieri in rete un attacco a un cardinale ritenuto "scomodo" che ha osato dire che «La vita eterna è luce e verità». Scandalo! E accusa: avrebbe dimenticato e cancellato, nientemeno, Dio Trinità e Gesù Cristo! Ecco «la Chiesa fatta atea»? Peccato che proprio Gesù ha detto «Io sono la luce» e «io sono la verità». Il cardinale scomodo lo sa benissimo, e per questo non ha creduto di doverlo ricordare ai "rudi" di oggi, che non ascolterebbero neppure sant'Agostino! Lui ha intitolato uno dei suoi trattati più incisivi "De catechizandis rudibus". L'autrice dell'attacco, posto che sappia leggere e che non faccia apposta a capire il rovescio di quello che legge, può andare a consultarlo. Prosit!
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